Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, febbraio 15, 2006

L’IMPLOSIONE DELL’UNIONE

di Giacomo Stucchi - Anticipazione de LA PADANIA del 16 febbraio 2006

Se dovessi rappresentare la situazione in cui versa l’Unione la descriverei simile all’evoluzione di una stella: da nova, quando manifesta un improvviso aumento di luminosità, a supernova, quando essa esplode e si distrugge completamente. Allo stesso modo sta accadendo alla coalizione, si fa per dire, messa in piedi da Romano Prodi che prima ancora di cominciare la campagna elettorale vera e propria fa già acqua da tutte le parti. Aveva provato il Nostro a prendere in giro i cittadini, mettendo nero su bianco un programma elettorale dove ci stava un po’ di tutto e il suo contrario ma, come ha giustamente fatto notare il ministro Roberto Calderoli, “quando si scrivono molte pagine è perché non si hanno le idee molto chiare”. Così l’Unione ha fatto il botto già all’indomani della presentazione del programma (avvenuta peraltro perdendo già dei pezzi della coalizione, quelli della Rosa nel pugno e dei socialisti di Boselli) quando il sindaco di Torino Sergio Chiamparino e la presidente del Piemonte Mercedes Bresso, si sono accorti che tra le tante amenità del programma mancava invece una cosa seria: l’alta velocità in Val di Susa. Ancora devono conquistare Palazzo Chgi e già si fanno gli sgambetti. Probabile infatti che Prodi, pur di far venire alla presentazione del suo programma i Verdi di Pecoraro Scanio, altro attore non protagonista dell’armata Brancaleone del Professore, ha tolto di mezzo le grandi opere, salvo poi rifugiarsi in calcio d’angolo affermando che si era trattato di una svista. A complicare il tutto è subito intervenuto Bertinotti per dire che lui non solo non rinuncia alle candidature di Caruso, gran capo dei no global, e di Vladimir Luxuria, “la più spumeggiante, trasgressiva, divertente e conosciuta dark queenie delpanorama romano”, ma rilancia su Pacs e abolizione della proprietà privata in nome di un comunismo d’avanguardia che, a suo dire, deve avere cittadinanza nel programma di governo. E Mastella? Un giorno si e l’altro pure, mette in guardia il Professore dicendo che i voti dell’Udeur sono di elettori cattolici, ma che se continua così non potrà garantire alcunché. E Pannella? Non è da meno. Anche lui infatti avverte che se non si tolgono i soldi alle scuole private e non si liberalizzano gli spinelli, alle prossime elezioni politiche l’Unione farà la fine del Fronte democratico nel 1948, quando comunisti, socialisti, azionisti, democratici del lavoro si coalizzarono per sfidare la DC, nelle elezioni per il primo parlamento dopo l’approvazione della Costituzione, ma ebbero una sonora sconfitta. La storia è maestra di vita ma Prodi, che pure viene definito il Professore, sembra non tenerne conto. Egli fa finta di ignorare che il suo programma elettorale è simile ad un castello di sabbia sulla spiaggia pronto a crollare alla prima onda lunga, e cela al popolo la sua debolezza determinata tra l’altro dal fatto di non avere egli stesso un partito che lo supporti in Parlamento e che lo difenda dagli attacchi che già adesso gli vengono fatti da suoi presunti alleati. Si è detto che il successo della Cdl alle Politiche dipenderà soprattutto dall’affluenza alle urne dei cittadini e che la soglia oltre la quale la vittoria sarebbe certa è quella dell’ottanta per cento. Ebbene, io credo che i disastri che deriverebbero, nel caso in cui l’Unione dovesse andare al governo, dovrebbero convincere ad andare a votare il cento per cento dell’elettorato. Per salvare il Paese da un disastro certo.