Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, marzo 23, 2006

CON I COMIZI DI BOSSI E’ CAMPAGNA ELETTORALE

di Giacomo Stucchi

La cosa che più ci piace di questa campagna elettorale è il ritorno ai comizi del segretario federale Umberto Bossi. Non che avesse smesso di partecipare a dibattiti o riunioni di partito, meno che mai di seguire con la consueta passione le sorti del movimento e i fatti della politica, ma sentire la sua voce, le sue argomentazioni, fa bene al popolo del Carroccio nonché alla coalizione di centrodestra. Anche perché Bossi è l’unico che sa andare al cuore dei problemi, al nocciolo della questione: “Non si può votare Prodi perché ha fallito, tanto alla guida del governo del Paese quanto a capo della Commissione Ue”. Basta e avanza per convincere gli indecisi su voto del prossimo 9 e 10 aprile. Non servono giri di parole nel rammentare agli elettori che il Professore è stato buono soltanto a introdurre nuove tasse quando era a Palazzo Chigi ed è stato contro i dazi che, se introdotti quattro o cinque anni fa, oggi avrebbero evitato alle nostre piccole e medie imprese di soffrire ogni oltre misura la concorrenza sleale di Paesi come la Cina. In realtà a Prodi delle aziende italiane non frega un bel niente, per cui se non ha fatto nulla quando era presidente della Commissione Ue immaginate cosa potrà mai fare se dovesse guidare un governo che dipende dall’appoggio determinante di Bertinotti e Diliberto, che stanno alle imprese private come il diavolo all’acqua santa. L’Unione dice che il governo Berlusconi ha fallito soprattutto sul piano economico, ma gli indici Istat, dall’occupazione alla produzione industriale, dicono esattamente il contrario e dimostrano risultati più che soddisfacenti. Si ribatte che, nel caso dell’occupazione, si tratta o di lavoro precario o di regolarizzazione di immigrati che prima erano in nero. E allora? Ma perché, far uscire dal sommerso e dalla clandestinità migliaia di uomini e donne non è forse un fatto positivo? La verità è che la sinistra, oltre ad inventare di sana pianta le cose negative anche quando queste non esistono, ha una concezione del lavoro che è la stessa degli anni Sessanta e Settanta e che si basa su uno statalismo e assistenzialismo che oggi nessun governo virtuoso può permettersi. Inoltre, mentre la Cdl ha sempre guardato avanti, realizzando le riforme di cui il Paese ha bisogno, Prodi e compagni guardano ancora al passato. Né gli sono da meno coloro che mirano a riportare in auge un governo di sinistra che faccia finta di aiutare i più deboli mentre invece si accorda con i cosiddetti poteri forti. In un Paese normale una confederazione di categoria sceglie, alla luce del sole, di schierarsi con una parte politica per tutelare i propri interessi e si comporta di conseguenza. Nel nostro Paese invece si dice di essere al di sopra delle parti ma poi ci si butta capo e collo nell’agone politico. Come nel caso del vertice di Confindustria, l’esempio più eclatante di un maldestro equilibrismo politico che adesso è diventato anche ridicolo. Perché quando Montezemolo dice che occorre una Costituente per ammodernare lo Stato, da un lato commette un errore di valutazione e dall’altro dà l’impressione di aver vissuto in questi anni sulla luna. Al presidente di Confindustria infatti non dovrebbe essere sfuggito che a breve si voterà per il referendum confermativo sulla riforma costituzionale, voluta fortemente dalla Lega Nord Padania e approvata da tutta la Cdl. Si tratta di un risultato storico che il centrosinistra non ha raggiunto quanto era al governo e non raggiungerebbe mai qualora ci tornasse. Montezemolo, inoltre dimostra di non conoscere nemmeno i tempi costituzionali e parlamentari necessari a mettere su un nuova Costituente, a maggior ragione con la sinistra al governo; prima che questa cominci i suoi lavori infatti, gli imprenditori, quello veri che lavorano e stanno sul mercato e non trescano per fare le scarpe a questo o quell’altro, avrebbero già chiuso le loro aziende a causa di concorrenti che operano totalmente al di fuori delle regole e di uno Stato che non farebbe nulla per impedirlo.