Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, giugno 07, 2006

PRODI COME CLEMENTE V

di Giacomo Stucchi

Se da un lato continua l’accaparramento delle poltrone (che da ultimo ha visto il centrosinistra fare piazza pulita anche delle presidenze delle Commissioni di Camera e Senato, con l’aiuto peraltro dei soliti senatori a vita e di un franco tiratore spuntato nelle fila del centrodestra), dall’altro lato il governo dell’Unione brancola nel buio e non è in grado di prendere in mano la situazione per dare al Paese quelle certezze di cui ha bisogno. Tanto che il buon Prodi, nell’estremo tentativo di cominciare a capirci qualcosa, ha convinto tutti i membri del governo a lasciare la capitale e a ritirarsi nelle campagne umbre per una sorta di conclave istituzionale, lontano dalle eventuali influenze del Palazzo e dalle inopportune domande dei giornalisti. Che il Professore abbia pensato a Papa Clemente V, Papa eletto in un Conclave che si svolse a Perugia e che nel 1309 lasciò Roma ed elesse Avignone a sede provvisoria del papato, dopo i tumulti tra gli aristocratici romani (i Ministri di oggi) e le loro bande armate (i movimenti no global e disobbedienti vari di oggi) chiamandovi i cardinali e la curia romana? Chissà. All’epoca quella diaspora diede inizio alla cattività avignonese, un periodo che fu poi tristemente famoso per l’asservimento del papato nei confronti dei sovrani di Francia. Non vorremmo che adesso, quasi settecento anni dopo, cominci la cattività umbra. E’ quanto mai inusuale infatti che un governo in carica, peraltro insediato da poco e quindi all’apice dell’attenzione di mass-media e opinione pubblica, lasci Palazzo Chigi per andarsi a rifugiare in campagna, sia pur una tra le più belle al mondo. Delle due l’una: o hanno qualcosa da nascondere o hanno in mente di assumere decisioni talmente gravi e invise al popolo da avere la necessità di celarle il più possibile. Nei Palazzi del potere, si sa, anche le pareti hanno orecchie e così meglio andare nella terra di San Francesco, fors’anche per confessare in anticipo i gravi torti che il governo Prodi sta per commettere ai danni dei cittadini. Ai quali, ha già anticipato il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, sarà rifilata una manovra aggiuntiva, probabilmente già durante le ferie di agosto. Ricordate gli anni della Dc, di Craxi, Forlani e poi di Amato? Le stangate arrivavano sempre sotto il solleone. Perché? Ma perchè i cittadini erano distratti dalle vacanze e il governo poteva tranquillamente fare e disfare a loro insaputa. Con Prodi al governo la storia si ripete e quei tempi, e quelle strategie di governo, tornano in auge. La manovra bis, annunciata con strilli di tromba per bilanciare un presunto deficit nei conti dello Stato, altro non è che una vera e propria stangata utile soltanto ad impinguare le casse del centralismo romano e a compensare la nuova stagione degli sprechi che ha appena avuto inizio. Statene certi, la stangata lascerà il segno è arriverà puntuale proprio nel momento in cui, dopo un anno di lavoro, vi starete godendo il meritato riposo. L’ex ministro dell’Economia Tremonti ha più volte ribadito che è possibile evitare la manovra, e al contempo tenere in ordine i conti pubblici, semplicemente applicando con rigore la finanziaria per il 2006 che la Cdl ha approvato a suo tempo. Ma Prodi e i suoi amici hanno già preso accordi coi burocrati di Bruxelles per spremere a dovere gli italiani, e in Europa stanno già sfregandosi le mani per aver ritrovato nel Professore l’interlocutore giusto per mettere le mani nelle tasche dei cittadini. State certi infatti che, oltre all’aumento delle tasse, i tormentoni delle prossime settimane saranno proclami come “occorre maggiore stabilità europea”, “ci sono vincoli da rispettare”, “il futuro è nell’Europa”. Insomma, tante parole che significano una sola cosa: più tasse per tutti e più potere all’Ue e al suo centralismo. Del resto chi meglio di Prodi, che per cinque anni è stato il non rimpianto presidente della Commissione Ue, conosce metodi e tecniche per spennare a dovere i poveri cittadini? L’Unione europea, con le sue inutili e costose istituzioni, da anni costituisce il presidio ideale per attuare un centralismo fatto di regole astruse, assurdi vincoli e ingiuste imposizioni fiscali; e il Professore che, con il suo curriculum di boiardo di Stato, ne è un suo grande artefice non vede l’ora di mettersi all’opera.