Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, giugno 13, 2006

UN ABBECEDARIO PER PRODI

di Giacomo Stucchi

Chi l’avrebbe mai detto, al primo mese di attività del governo Prodi le più feroci critiche al suo operato non provengono solo dalle pagine de la Padania, o da quelle dei giornali più vicini al centrodestra, ma da Eugenio Scalfari, fondatore ed editorialista di Repubblica, e da Francesco Merlo, firma di punta dello stesso giornale. L’analisi al vetriolo di Scalfari, giornalista tra i più schierati col centrosinistra e tra i maggiori sponsor di Prodi, pubblicata sul giornale di domenica scorsa non deve certo aver fatto piacere al presidente del Consiglio che anziché santificare il giorno di festa avrà probabilmente fatto penitenza. Magari chiedendosi “ma perché”, “ma come mai” a soli trenta giorni dal suo ritorno a Palazzo Chigi i giudizi sono così implacabili. Tanto più poi che l’articolo di Scalfari non si limita ad elencare la sconcertante defaillance dell’esecutivo guidato dal Professore, ovvero il proliferare di poltrone, l’incapacità di prendere decisioni, il caos totale su tutti i fronti (dall’economia alla politica estera), ma continua con il suggerimento di un vero e proprio programma, soprattutto economico, puntigliosamente enunciato nei singoli punti: dai contenuti della manovra correttiva del prossimo mese di luglio al Dpef (Documento di programmazione economica) quinquennale; dal rialzo delle aliquote Irpef al debito pubblico e al presunto rischio di una sua riclassificazione presso le autorità europee; dall’avanzo primario al rialzo dei tassi di interesse. Più che un articolo sembra un abbecedario politico per Prodi e la sua maggioranza, con le istruzione sulle cose da fare. Sembra poi una magra consolazione il fatto che l’editorialista di Repubblica, nel rinnovare la sua fiducia al ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, si dimostri ottimista sul suo operato perché subito dopo ammette che il vero problema è però lasciarlo lavorare e soprattutto fare quadrato intorno alle sue decisioni, ancorché impopolari. Beh, noi non sappiamo se il ministro dell’Economia abbia o meno la ricetta per risolvere i problemi economici del paese, quelli veri e quelli presunti tali, sta di fatto che a tutt’oggi non ci pare che Padoa Schioppa sia andato al di là delle mere enunciazioni di principio, né ci risulta siano state annunciate, e tanto meno assunte, decisioni degne di nota. La verità è che il neo ministro, come del resto molti altri suoi colleghi, ancorché avessero delle soluzioni ai problemi hanno poi enormi difficoltà a farle passare in Consiglio dei ministri, considerato la molteplicità delle posizioni politiche in esso rappresentate. Non meno indicativo, della scarsa fiducia che gli stessi osservatori vicini al centrosinistra ripongono nella capacità di Prodi di governare con successo il paese, è anche l’articolo di Francesco Merlo, nel quale stigmatizza un'altra “perla” del governo e cioè la riunione tra i portavoce dei ministri presieduta dal responsabile della comunicazione del Professore, Silvio Sircana. Un lavoro che si è subito dimostrato improbo, considerato che qualsiasi cosa dica Prodi questa è destinata a suscitare polemica nella variegata coalizione dell’Unione. E allora ecco la soluzione: togliere la parola ai portavoce e “consigliare” loro di non parlare più. Il che equivale a dire a un centravanti di non segnare oppure a un pilota di non tagliare per primo il traguardo. Dopo le menzogne in campagna elettorale, dopo lo scandalo di una vittoria ottenuta sulla base di risultati tuttora dubbi, dopo la vergognosa spartizione di poltrone e la loro moltiplicazione, perché si sa che l’appetito viene mangiando e questi dell’Unione dopo cinque anni di opposizione sono parecchio affamati, l’ultima chicca di questo governo è quindi quella di obbligare i portavoce a non comunicare e a stare zitti che tanto c’è Prodi che parla per tutti. Ma insomma, questi qui ci sono o ci fanno?