Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, luglio 13, 2006

GIA’ DELUSI DA PRODI

di Giacomo Stucchi

Il dibattito in Parlamento sulla fiducia posta dal governo al provvedimento
sul riordino delle attribuzioni della presidenza del Consiglio dei ministri, meglio conosciuto come spacchettamento dei ministeri, ha contribuito a mettere ulteriormente a nudo le contraddizioni della maggioranza di centrosinistra. L’Unione infatti a parole dice di agire nel bene e nell’interesse dei cittadini ma poi nei fatti è solo attenta a non scontentare la bramosia di potere delle sue componenti. La cui conseguenza, tra l’altro, è stata quella di subordinare la riorganizzazione dei Ministeri alle esigenze di spartizione delle poltrone tra i partiti della coalizione anziché ad un più efficace funzionamento della pubblica amministrazione. In altri termini, se ai partiti dell’Unione fosse stato veramente a cuore l’interesse dei cittadini, con il conseguimento di reali vantaggi per quest’ultimi, prima avrebbero seriamente riformati i gangli vitali dello Stato e soltanto dopo avrebbero pensato all’attribuzione delle deleghe a ministri, vice ministri e sottosegretari. E invece prima hanno conquistato il potere con una propaganda infarcita di menzogne e poi hanno fatto e detto di tutto per indurre il popolo a bocciare il referendum costituzionale. Alla fine la logica che sottintende al provvedimento in questione è quindi esclusivamente politica e ha poco o nulla a che vedere con la legittima facoltà che ogni governo ha di darsi la struttura che meglio crede allo scopo però di una più efficace azione dell’esecutivo. Quando si è costituito il governo, l’interesse primario di Prodi e compagni è stato infatti quello di garantire una poltrona a tutti ed ecco spiegato perché adesso il Parlamento ha dovuto esprimersi non su una riforma razionale della pubblica amministrazione, per la quale tanto la Lega quanto tutta la Cdl avrebbero certamente dato il loro fattivo contributo, ma sull’esigenza del Professore di dover moltiplicare “i pani e i pesci” per accontentare gli appetiti di tutti gli accoliti della sua variegata coalizione. Alla faccia del rigore e della morigeratezza tanto decanta in campagna elettorale. Ma c’è di più e riguarda il danno tecnico e amministrativo che i nuovi inquilini di Palazzo Chigi hanno già procurato, nonostante la loro ancor breve permanenza alla guida del Paese. In virtù del suddetto provvedimento sul riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Ministeri, parte della pubblica amministrazione è rimasta ferma per due mesi non sapendo esattamente chi fa cosa. Per Prodi si tratta di un record di inefficienza governativa da primato mondiale, per rimanere ai paragoni calcistici; tanto di moda in questi giorni al punto che alcuni parlamentari della maggioranza, non sapendo più cosa inventarsi per giustificare l’approvazione dello scandaloso provvedimento, hanno addirittura paragonato Prodi e i suoi ministri al commissario tecnico della Nazionale Marcello Lippi. “Così come il ct azzurro – ha detto l’onorevole Gianclaudio Bressa durante il dibattito alla Camera – era stato tanto criticato alla vigilia dei mondiali di calcio per le sue scelte sulla formazione, risultate poi vincenti, allo stesso modo le critiche alla organizzazione della squadra di governo fatte da Prodi si riveleranno nel tempo infondate quando il presidente del Consiglio avrà successo nella sua azione di governo”. Ora, a parte questa mania di alcuni esponenti dell’esecutivo, nonché di parlamentari della maggioranza, di speculare sulla vittoria dei mondiali di calcio di Germania, manco se a tirare i rigori fossero stati Mussi e Rutelli, sarebbe quasi inutile sottolineare la banalità del paragone se non fosse che questo governo sta prendendo in giro il popolo senza che questo se ne renda conto. Ad oggi non c’è un provvedimento governativo che, una volta annunciato, non abbia poi suscitato problemi e polemiche per le categorie interessate. Dagli avvocati ai farmacisti, dai costruttori edili ai proprietari degli immobili, non c’è settore che non sia in subbuglio per effetto delle misure annunciate da Prodi o da qualcuno dei suoi ministri. Forse allora ha ragione Berlusconi quando dice che andando in giro sente dire dalla gente:”Rivogliamo il Berlusca”.