Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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mercoledì, luglio 26, 2006

LA COALIZIONE È IN DISACCORDO SU TUTTO - Palazzo Chigi è un ginepraio Prodi ormai tira a campare

di Giacomo Stucchi

Indulto, manovra finanziaria, rifinanziamento delle missioni all'estero: tanto basta a rendere evidente la grave responsabilità che Romano Prodi e i suoi alleati si sono assunti. Mettendo su una coalizione in disaccordo su tutto e, dopo l'esito del voto dello scorso aprile, spacciando per autosufficienza parlamentare un esigua maggioranza che come tutti sanno esiste solo grazie alla costante e inusuale presenza dei senatori a vita a Palazzo Madama, in aula e in commissione.Prodi e compagni stanno rapidamente portando il Paese nel caos più totale. Tanto che lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha potuto fare a meno di rimarcare come sarebbe stato più opportuno che al momento della loro costituzione si fosse pensato a delle coalizioni politiche più omogenee e capaci di portare avanti un programma di governo condiviso.Ma tant'è, ormai la frittata è fatta e adesso non resta che aspettare gli eventi per capire su cosa ma anche quando il governo del Professore sarà costretto ad alzare bandiera bianca. E già, perché al di là dei buoni propositi o delle battute del Professore sul fatto che l'incertezza renda "sexy" questo esecutivo, credo che in questo momento ai cittadini, per quanto riguarda la politica, tutto passi per la testa fuorché scene da "9 settimane e mezzo".Dopo le minacce di crisi della sinistra radicale sul voto delle missioni all'estero e quelle del ministro Di Pietro sul provvedimento di indulto, se sarà superato il girone dantesco di questi giorni di lavori parlamentari (durante i quali lo strumento della fiducia da eccezionale è diventato prassi costante) è possibile che alla fine Prodi resti ancora a Palazzo Chigi giusto il tempo delle ferie di agosto.Salvo eventi eccezionali è infatti difficile immaginare che il trappolone dei suoi alleati riottosi scatti già in questi giorni, più facile invece prevedere una resa dei conti autunnale allorché bisognerà in qualche modo sciogliere tutti i nodi che sono già venuti al pettine: dalle controverse liberalizzazioni messe in cantiere dal ministro per lo Sviluppo economico Bersani alle misure da lacrime, sudore e sangue annunciate dal suo collega al Tesoro Padoa-Schioppa, fervente sostenitore dei vincoli capestro imposti ai singoli Stati dall'Unione europea. A mitigare un bilancio di questi primi mesi di governo così disastroso non serve peraltro l'iniziativa diplomatica che il governo ha assunto per porre un freno alla guerra in Medio Oriente tra Israele e Libano.Un governo è forte in politica estera, e può quindi assumere iniziative altrettanto forti e importanti, solo quando è credibile e coeso in politica interna; quando ha una maggioranza consistente che lo sostiene e lo aiuta ad assumersi responsabilità di peso. Come è avvenuto nei cinque anni di governo Berlusconi, quando l'Italia per la prima volta nella storia della Repubblica ha avuto il ruolo che gli spettava nella comunità internazionale e ha potuto intessere rapporti di proficua collaborazione coi suoi principali protagonisti.Oggi, è tutto diverso. Prodi si trova tra l'incudine della sinistra radicale, apertamente filo-araba, al punto da giustificare anche l'uso del terrorismo da parte degli estremisti, e il martello dei moderati che invece non mancano di manifestare la loro piena solidarietà al popolo israeliano. In una siffatta situazione quale autorevolezza può avere un presidente del Consiglio che ambisce ad avere un ruolo di mediatore tra le parti belligeranti? A noi pare nessuna.Piuttosto la sensazione è che, dopo la distrazione offerta dei mondiali di calcio e quella delle vacanze che in molti si apprestano ad iniziare, Prodi continui a fare quel che gli riesce meglio: tirare a campare, rinviando la soluzione dei problemi per i quali in campagna elettorale aveva detto a tutti gli italiani di avere pronta la ricetta magica. E invece la realtà è che la sua presenza a Palazzo Chigi, oltre a dimostrare uno straordinario attaccamento al potere, si sta rivelando solo un presidio di inefficienza e di incapacità a governare.Purtroppo, si tratta di un film già visto. Ed è anche per questo motivo che forse la Casa delle Libertà dovrebbe avere le idee più chiare sulle iniziative da intraprendere. La Lega, dal canto suo, tiene ben ferma la barra del timone sulla rotta delle riforme e del cambiamento che dovranno necessariamente riprendere il cammino perché costituiscono, ora più che mai, l'unica strada possibile per uscire dall'attuale ginepraio.

da LA PADANIA [Data pubblicazione: 26/07/2006]

1 Comments:

At 3:07 PM, Blogger Roberto Gerosa said...

Ciao, complimenti per il blog, di blog padani ce ne sono pochi in internet purtroppo...saluti, Roberto

 

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