Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, marzo 28, 2007

Tentano di ricostruire la Dc affondando la Cdl

di Giacomo Stucchi
Che i centristi abbiano voglia di ritrovarsi in un partito unico che ambisca, secondo le stime del ministro della Giustizia Mastella, a conquistare il dieci per cento dell’elettorato è affare loro e nessuno può contestare né la legittimità né l’ambizione di questo desiderio. In una democrazia che si rispetti il concetto che sono gli elettori ad avallare o meno qualsiasi progetto politico è lapalissiano. In questo momento però il punto è un altro e non riguarda il libero arbitrio, che lascia ad ognuno di noi la libertà di fare ciò che meglio crede nel rispetto delle regole comuni, ma l’onestà intellettuale che un leader politico dovrebbe avere, soprattutto quando si rivolge ai cittadini per spiegare le ragioni di una scelta importante (come è quella del voto al Senato sull’Afghanistan). In tal senso, è impossibile far finta di ignorare che un voto favorevole al Senato (su un provvedimento identico a quello già approvato alla Camera) significherebbe continuare a mantenere in vita un Governo che invece, per il bene di tutti, deve andare a casa il più presto possibile. Sicché Casini ha il diritto di votare come gli pare ma quando egli afferma di non poter “perdere l'onore per mandare al casa il Governo” perché per lui “sono importanti i principi", beh allora deve mettere in conto di prestare il fianco a qualche legittima critica. Soprattutto perché, nelle sue dichiarazioni di principio, egli omette di ricordare che le altre forze di opposizione, mediante la presentazione al Senato di dettagliati ordini del giorno, hanno già dimostrato a) di porre al primo posto in assoluto la sorte dei nostri soldati (tanto è vero che chiedono al Governo di equipaggiarli meglio per poter affrontare tutte le possibili situazioni nelle quale potrebbero venirsi a trovare nelle prossime settimane) b) di avere a cuore il prestigio e l’onore del Paese in campo internazionale, soprattutto nei rapporti coi maggiori alleati occidentali. La verità è che questo ennesimo passaggio a rischio di Palazzo Madama offre il destro ai centristi per cimentarsi nelle loro prove tecniche di ricostruzione della Democrazia Cristiana. Ora, il sottoscritto è un parlamentare della Lega Nord e, come tutti i responsabili del movimento, gira in lungo e in largo la Padania per stare vicino alla gente. Ebbene, posso affermare, senza paura di essere smentito, che al Nord nessuno sente nostalgia della Dc e dei suoi uomini di governo. Ecco perché chi ne ha fatto parte può, se proprio ci tiene, rivendicarlo ma non può venire a vantare presunti meriti che questo “grande partito”, dalle mille anime, avrebbe avuto nella storia repubblicana. Non intendo riferirmi alle vicenda di Tangentopoli (i cui risvolti peraltro chissà quando e come conosceremo sino in fondo e che piuttosto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un sistema già da tempo in stato comatoso) ma alle responsabilità politiche di un partito che per decenni ha avuto un immenso potere ma lo ha utilizzato dissipando risorse, provenienti dalla Padania, per migliaia di miliardi delle vecchie lire, perdendo occasioni storiche per modernizzare (anche sotto il punto di vista costituzionale) il Paese, per costruirvi opere pubbliche al passo coi tempi, per riformare come si deve il sistema fiscale su base federalista e per fare tutte le altre riforme necessarie. No, presidente Casini, lei è libero di agire come crede, votando anche di comune accordo con la maggioranza, e di addurre a pretesto anche la scusa di farlo per responsabilità o perché altrimenti rientrerebbero tutti i soldati che in questo momento si trovano impegnati nei punti più caldi dello scacchiere internazionale, ma quello che non può fare è dissimulare l’unica vera assunzione di responsabilità politica degna di nota: mandare a casa il Governo Prodi. Attraverso un voto contrario al Senato, senza stampelle di sorta, si può istituzionalizzare l’incapacità numerica e pratica di questo Esecutivo ad andare avanti; viceversa, per quanto ci riguarda, sarebbe invece molto irresponsabile continuare a permettergli di fare tanti di quei danni le cui conseguenze chissà per quanto tempo pagheremo.
Tratto da LA PADANIA del 28 marzo 2007