Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, aprile 06, 2007

I voltafaccia di Prodi

di Giacomo Stucchi
Nei giorni scorsi si è fatta strada la proposta portata avanti dal Carroccio di un sistema di voto che prenda spunto da quello regionale ma con un premio di maggioranza che garantisca la governabilità. Su questo, e su un altra proposta della maggioranza, che si rifà anch’essa al sistema regionale, i partiti hanno cominciato un confronto sul quale si sta discutendo. Tuttavia, al di là dei sistemi elettorali, siano essi di casa nostra (come quello regionale) o modelli di altri Paesi (per quanto ci riguarda andrebbe bene quello spagnolo ma ci sono altre forze politiche che si rifanno al sistema tedesco), l’intesa sulla riforma della legge elettorale, senz’altro il tema al centro del dibattito politico in questi giorni che precedono la Pasqua, non può far passare in secondo piano i risultati disastrosi dell’azione di governo su tutti i fronti. Dall’economia alla sicurezza, dalla sanità al fisco, dalle riforme alla lotta all’immigrazione clandestina, non c’è un settore nel quale non si registri un peggioramento della qualità della vita dei cittadini. Cominciamo dagli immigrati. Oltre alla battaglia della Lega Nord in Parlamento contro il dimezzamento da dieci a cinque anni del periodo di permanenza necessario ad avere il diritto alla cittadinanza, si è molto parlato (spesso anche a sproposito) nelle ultime settimane di una revisione della legge sull’immigrazione, meglio conosciuta come Bossi-Fini. Ora, saremmo disposti ad ascoltare una simile campana soltanto se le modifiche proposte fossero in senso restrittivo e non, come invece fanno gli esponenti dell’Unione, nel senso opposto. Eliminare l’obbligo del contratto di lavoro, per reintrodurre lo sponsor, significa lasciare entrare in Italia chiunque, allargando oltre ogni misura le maglie dei controlli che ai nostri confini fanno già acqua da tutte le parti. E proprio dall’acqua, ovvero da quel fronte meridionale che costituisce il nostro punto debole e dal quale arrivano la maggior parte degli immigrati clandestini, ne potrebbero sbarcare molti di più. Quando la Cdl era al Governo non passava giorno senza che non la si accusasse, tra l’altro, di non saper far fronte al problema degli sbarchi sulle nostre coste. Ebbene, ora che a Palazzo Chigi ci sta l’Unione, e che gli sbarchi anziché diminuire sono aumentati, vorremmo sapere che cosa sta facendo l’Esecutivo per affrontare il problema. Liberalizzazioni. Ecco un altro punto sul quale vale la pena soffermarsi. Dopo la definitiva approvazione in Parlamento delle misure contenute nel decreto Bersani, l’effetto negativo delle stesse è già sotto gli occhi di tutti. O meglio, nelle tasche di tutti. Perché se da un lato è vero che una norma, tra le tante contenute nelle lenzuolate del ministro dello Sviluppo economico, ha fatto si che fosse eliminato il costo di cinque euro per ogni ricarica del telefonino, dall’altro lato le compagnie telefoniche per recuperare la perdita disposta per decreto hanno già aumentato (o “rimodulato”, come molto diplomaticamente i gestori definiscono la nuova strategia) i canoni dei contratti. Non sfugge a nessuno come, nel tempo, tutto questo costerà ai cittadini-utenti molto più del risparmio previsto dal Governo. Che peraltro è ormai abituato a togliere con la mano destra ciò che con la sinistra fa finta di dare. E’ accaduto, per esempio, con la Finanziaria. Spacciata da Prodi come a favore delle famiglie e dei ceti meno abbienti e invece rivelatasi una vera e propria stangata per tutti i cittadini, anche a causa dell’aumento delle addizionali Irpef comunali cui sono stati costretti gli enti locali dopo gli sconsiderati tagli del Governo ai loro bilanci. Passiamo alle riforme e ne citiamo una per tutte, quella sui Dico. Anche qui un fallimento annunciato. Il Governo prima ne ha fatto un affare di Stato, ma si trattava solo di fare solo qualche apparente concessione alla sinistra radicale (la quale a sua volta, anche se si è ormai abituata a prendere fischi dalla piazza, dovrà pur trovare qualcosa da dire ai suoi elettori per convincerli a ridarle il voto), e poi ha deciso di lasciare al suo destino sia le ministre Pollastrini e Bindi sia il loro tanto chiacchierato quanto inutile disegno di legge sulla regolamentazione delle coppie di fatto. Anche qui Prodi prima ha dato agli omosessuali l’illusione di poter mettere su famiglia, con la “benedizione” dello Stato, e poi invece si è rimangiato tutto lasciando il provvedimento nelle agitate e pericolose acque parlamentari dove è molto probabile che affonderà. L’elenco dei disastri del Governo, così come quello dei voltafaccia del Professore, potrebbe continuare a lungo. Ma speriamo che una nuova legge elettorale, e nuove rapide elezioni politiche, possano permettere di interromperlo al più presto.
Tratto da LA PADANIA del 6 aprile 2007