Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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venerdì, maggio 25, 2007

Perché su Unipol tutto tace?

di Giacomo Stucchi
In quanti credono che sulla vicenda Unipol-Bnl, esplosa nell'estate del 2006, tutto sia stato chiarito? Credo nessuno. La convinzione generale è che tutto sia caduto prematuramente nell'oblio politico e mediatico. Insomma, una sorta di prescrizione propedeutica, o se volete alternativa. Fatto sta che adesso quei fatti tornano prepotentemente agli onori della cronaca, come quei rifiuti che gettati in mare non ne vogliono sapere di affondare, dopo che il Giornale ha ricostruito quelle “calde” giornate di luglio e, in particolare, pubblicato le dichiarazioni a verbale del comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale.L'alto graduato avrebbe riferito ai giudici di Milano di aver ricevuto ripetute pressioni da parte del vice ministro Vincenzo Visco al fine di rimuovere i gli ufficiali impegnati nelle indagini sul caso Unipol. Manco a dirlo le rivelazioni hanno messo in subbuglio, più di quanto già non lo fosse, l'Unione e tutto quel coacervo di interessi politici ed economici che gli gravitano intorno.Perché, proprio quando è in atto da parte degli strateghi del centrosinistra un disperato tentativo per annacquare la propria incapacità a governare (mistificandola con una inesistente crisi generale della politica) e, cosa forse ancora più importante, alla vigilia di una nuova tornata elettorale amministrativa (che potrebbe rappresentare davvero il capolinea per Prodi e compagni), l'ultima cosa che ci voleva erano queste nuove rivelazioni. Che si aggiungono peraltro alle grane politiche sulla composizione del cosiddetto comitato del Partito Democratico che, prima ancora di cominciare a lavorare, è già messo in discussione proprio dagli stessi esponenti del centrosinistra che ne sono rimasti esclusi.Tanto che viene da chiedersi se, alla luce di questi primi passi del nuovo partito, che non lasciano presagire nulla di buono per il futuro, non sarebbe stato meglio lasciare tutto com'era. Anche perché ogni giorno che passa, più che interessarsi alle sorti del nuovo soggetto politico, i cittadini si chiedono soltanto quand'è che questi del centrosinistra se ne vanno a casa. Anch'io, intervenendo peraltro qualche giorno fa in commissione Affari costituzionali alla Camera (quale relatore sull'indagine conoscitiva sui costi della politica), mi sono posto una semplice domanda: che le facciamo a fare le indagini parlamentari sugli sperperi della politica quando poi un rappresentante del Governo, chiamato in causa con pesanti accuse che ancorché non rilevanti sul piano penale lo sono certamente su quello politico, resta incollato alla sua poltrona istituzionale? Oltre al fatto di accertare chi dei due, il generale della Guardia di Finanza Speciale o il vice ministro Visco, dice la verità (che non è certo una cosa indifferente all'opinione pubblica, considerando i ruoli che ricoprono) c'è infatti una responsabilità politica che non può in alcun modo essere sottaciuta.Tale responsabilità attiene tutta al rappresentante del Governo che, lo diciamo senza usare mezzi termini, ancorché sfiorato dal dubbio di un suo presunto o reale interessamento nel dirottare le indagini della Finanza sul caso Unipol, dovrebbe evitare di restare un minuto di più al suo posto. Visco infatti rappresenta il Governo e il fatto che un quotidiano abbia pubblicato un verbale, nel quale un alto graduato della Finanza lo tira esplicitamente in ballo, dovrebbe procurargli una tale indignazione da farlo sobbalzare dalla sua poltrona.Delle due l'una, o non mente, e allora avrà tempo e modo per dimostrare la verità, o dice il falso, in tal caso bisognerà accertare sino in fondo perché abbia agito per coprire Unipol. Nell'una, e nell'altra ipotesi, le dimissioni sarebbero una dimostrazione di grande saggezza e di dignità. Caratteristiche che però, sino ad oggi, non hanno contraddistinto né l'operato di Visco, forse perché troppo impegnato a inventarsi sempre nuovi balzelli, né tanto meno il Governo nel suo complesso, che anche in questa vicenda dimostra di avere una faccia di bronzo più dura della bitta di una nave.

Tratto da LA PADANIA [Data pubblicazione: 25/05/2007]