Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, giugno 26, 2007

Sbagliato “abboccare” all’esca dell’Unione

di Giacomo Stucchi

Sarà perché si è aperta la stagione della pesca, fatto sta che l’annuncio della discesa in campo del sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha per il momento avuto come risultato quello di far abboccare alcuni pesci della Cdl. Già, perché sostenere, come è stato fatto nei giorni scorsi, che l’eventuale candidatura a premier di Veltroni cambia le carte in tavola anche per quanto riguarda la leadership della Cdl, ho l’impressione che sia una mossa tanto ingenua quanto improvvida. Ingenua, perché chi fa queste osservazioni non si rende conto di fare il gioco dell’avversario politico, che in un momento in cui si trova in uno stato di coma profondo, politicamente s’intende, non vede l’ora di rianimarsi con un bella disputa in casa d’altri; che magari serva anche a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai disastri del Governo. Improvvida, perché da qui alle elezioni anticipate manca ancora tanto tempo; e in ogni caso, al momento, se c’è qualcuno che deve inseguire l’altro, questi non è di certo la coalizione di centrodestra. Tutto ciò premesso, c’è però sicuramente dell’altro. Lo diciamo con circospezione, senza polemica nei confronti di nessuno. Proprio perché non vogliamo fare il gioco altrui, tanto meno dei nostri avversari politici. Ci sono almeno un paio di ragioni che dovrebbero portare a più miti consigli chi, tra gli alleati di centrodestra, non ha mai smesso (un giorno si e l’altro pure) di mettere in discussione la guida della coalizione. La prima, i numeri. In politica sono inesorabili e questi dicono che dal 1994, ovvero anno della discesa in campo di Silvio Berlusconi, il leader di Forza Italia, tra alti e bassi, ha sempre avuto il consenso popolare. Certo, è difficile immaginare cosa sarebbe la Cdl al nord senza la Lega che, sempre numeri alla mano, alle ultime Amministrative non solo ha dimostrato di essere in ottima salute ma ha determinato la vittoria di molti candidati della Cdl; ma sarebbe incauto, oltre che privo di senso della realtà, negare che a) Berlusconi è il leader della Cdl b) senza la Lega il centrodestra non va da nessuna parte. La seconda ragione risiede nella logica delle cose. Come dicevamo prima, che senso ha fasciarsi la testa prima ancora di essersela rotta? La candidatura di Veltroni, prima alla guida del Pd e poi, eventualmente, a premier, è un fatto che riguarda soltanto il centrosinistra. In alcun modo può interessare la Cdl. Per quanto ci riguarda, poi, il primo cittadino di Roma potrebbe avere più problemi di Romano Prodi, da un lato, alla guida dell’Unione e, dall’altro lato, ad intercettare i voti perduti. Perché? Innanzi tutto perché è il sindaco della Capitale e, in questo momento, l’ultima cosa che ci vuole per far recuperare i consensi del nord al centrosinistra è un uomo che, piaccia o no, rappresenta in Padania tutto quello contro il quale abbiamo sempre combattuto. Come ha già fatto notare il segretario federale della Lega, Umberto Bossi, è molto difficile che Veltroni possa prendere i voti del nord; e senza questi, nessuno può conquistare Palazzo Chigi. In secondo luogo perché se al Professore è stata data almeno una chance di provarci, a tenere insieme le mille anime del centrosinistra, a Veltroni, a giudicare dai primi “amorevoli” messaggi che esponenti della sinistra radicale gli hanno già inviato, non è mica detto che venga concesso lo stesso privilegio. Ma c’è un altro aspetto che né i giornali fiancheggiatori della candidatura di Veltroni, che hanno già avviato la campagna elettorale a suo favore con ossequiosi servizi a tutta pagina (quasi che quest’uomo venisse dalla luna a scoprire le magagne della terra), né alcuni sondaggi sulla cui obiettività ci sarebbe molto da discutere, si guardano bene dal far notare: l’attività amministrativa non certo entusiasmante della quale il Nostro ha dato prova nei molti anni trascorsi alla guida della Capitale. Si dice che l’aspirante leader del Pd sia popolare. Ora, io non so come e dove certi sondaggi vengano fatti; ma posso dire che quando vado a Roma, e mi capita di sentire la gente per strada, non mi pare che ci sia tutto questo apprezzamento per l’Amministrazione capitolina. Di problemi irrisolti Roma ne ha parecchi; per cui se il sindaco, dopo tanti anni, non è riuscito a venirne a capo, perché gli elettori dovrebbero pensare che egli possa riuscire prima a tenere insieme l’Unione, che già di per se è un opera titanica, e poi a rimediare ai disastri fatti da Prodi in appena dodici mesi di governo? La verità è che l’arma Veltroni è come una pallottola a salve, cioè assolutamente innocua. Sempre che qualcuno nella Cdl non contribuisca a trasformarla in piombo!

Tratto da LA PADANIA del 26 giugno 2007