Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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mercoledì, ottobre 10, 2007

Federalismo, proviamole tutte!

di Giacomo Stucchi

Sui temi all’ordine del giorno dell’agenda politica del Governo c’è ormai tanta di quella confusione che provare a fare un po’ di chiarezza diventa davvero un impresa: riforme istituzionali, legge elettorale, accordo sul welfare, Finanziaria, sono solo alcune delle principali questioni attualmente sul tappeto. Un Governo serio, sorretto da una coalizione politica responsabile, avrebbe dovuto affrontare queste questioni con la massima cautela e senza provocare tensioni di alcun tipo; invece abbiamo una maggioranza inconcludente che, in appena diciotto mesi di governo, è riuscita a ingarbugliare tutto e a rendere impossibile la vita al cittadino. Il quale peraltro, dopo essere stato tartassato in tutti i modi, e non avere avuto in cambio un bel niente ma soltanto chiacchiere, deve anche sentirsi dire dal ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, che “le tasse sono belle”. Insomma, se questo atteggiamento, da parte di chi ricopre importanti ruoli istituzionali, non è follia poco ci manca. In questo contesto, che definire fuori da ogni logica è un eufemismo, proviamo a far capire almeno ciò che sta accadendo alla Camera dei Deputati, in Commissione Affari istituzionali, dove si sta esaminando la modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l’elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Ci si potrà chiedere perché i deputati della Lega Nord Padania, che ogni giorno invocano il ritorno alle urne, prendono parte a questi lavori? La risposta è molto semplice e, per quanto ci riguarda, consiste nel fatto che il federalismo è tutto ciò per cui abbiamo sempre combattuto; liberare la Padania dal centralismo romano, per permetterle di poter gestire davvero le proprie risorse, era e rimane il nostro unico obiettivo. Pertanto, se in Commissione Affari istituzionali l’Unione, forse cosciente di essere davvero all’ultima spiaggia e di avere l’ultima occasione per fare dei cambiamenti costituzionali, si dimostra disponibile a discutere ed approvare riforme per le quali il Carroccio si è sempre battuto, non solo ciò non costituisce uno scandalo ma è anche evidente come non sarà certo la Lega Nord a tirarsi indietro su certi temi, anzi per noi va benissimo andare più avanti possibile. Ecco, in sintesi, le principali riforme sulle quali si sta discutendo in Commissione: riduzione del numero dei deputati e dei senatori; differenziazioni delle funzioni della Camere, con attribuzione del potere di fiducia alla sola Camera dei deputati; semplificazione delle funzioni legislative, con il superamento del bicameralismo perfetto senza aggravamenti del procedimento legislativo; individuazione del Senato federale quale sede rappresentativa delle realtà regionali e degli enti locali, mantenendo la sua autorevolezza istituzionale; potere del presidente della Repubblica di nomina e revoca dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri; previsione della facoltà per il Senato di richiamare i provvedimenti di competenza della Camera, che mantiene il voto finale, secondo le modalità previste dalla Costituzione; disciplina del ricorso ai decreti-legge; possibilità per il Governo di chiedere, secondo le modalità indicate dai regolamenti parlamentari, che un disegno di legge sia votato a data predeterminata. Sappiamo bene che queste riforme costituzionali, prima di arrivare al varo definitivo, hanno davanti mille ostacoli, primo fra tutti le endemiche divisioni nel centrosinistra, che di fatto impediscono il dialogo con un interlocutore affidabile che non cambi posizione in ogni istante, ma tuttavia non ci sentiremmo di aver fatto sino in fondo il nostro dovere se almeno non provassimo a superare queste difficoltà. In altre parole, chiarito che la via maestra rimane quella di far cadere il governo Prodi e andare al voto anticipato già nella prossima primavera, ciò non vuol dire che nel frattempo la Lega debba stare ad aspettare gli eventi e non provare invece a portare a casa quel federalismo per il quale si è sempre battuta.
Tratto da LA PADANIA del 10 ottobre 2007