Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, gennaio 10, 2008

Sale la protesta popolare ma Prodi pensa ai taxi

di Giacomo Stucchi

Nel primo comunicato del nuovo anno, pubblicato sul sito notizie@governo.it, tra le altre cose si cita un passaggio del "Rapporto sull'attuazione del programma di governo". Chiunque abbia un minimo di buon senso immaginerebbe di trovarvi misure e provvedimenti in grado di risolvere i problemi attualmente sul tappeto: dall’emergenza rifiuti in Campania al caro vita, dal problema della sicurezza nelle città all’indispensabile aumento delle pensioni minime. Ebbene, non c’è nulla di tutto questo. Ecco che allora tra i provvedimenti già operativi più importanti troviamo, per esempio, le norme relative ai rapporti con le banche, ai servizi di telefonia, alla pubblicità, alle polizze auto. “Sono state varate – continua il comunicato - misure che introducono nuovi diritti a favore delle persone malate e con disabilità. Le misure di maggior rilievo circa i rapporti con le banche, riguardano l'estinzione anticipata dei mutui, la cancellazione automatica dell'ipoteca, una maggiore trasparenza nelle offerte commerciali, e nessun costo di ricarica per i telefonini”. Si tratta di misure che potrebbero offrire alcuni vantaggi ai consumatori, ma nel medio e lungo periodo, non certo nell’immediato. Tuttavia, “la perla” di questi provvedimenti governativi è quella che introduce “l’obbligo di pubblicare i prezzi all'ingrosso dei prodotti agro-alimentari anche su internet con l'indicazione della data di scadenza e del termine minimo di conservazione che deve figurare in modo facilmente leggibile e indelebile”. Infine, altre misure governative di “portata storica”, sono “l’obbligo per il gestore della rete autostradale (e stradale di interesse nazionale) di informare tempestivamente gli automobilisti sulle condizioni del traffico presenti su quel tratto di rete”, nonché la facoltà riconosciuta ai Comuni di poter “bandire concorsi straordinari e rilasciare nuove licenze di taxi”. Insomma, dopo un anno e mezzo di governo dell’Unione, con una regione del Sud, che da lustri è amministrata da sindaci e governatori del centrosinistra, sommersa dai rifiuti e con il popolo in rivolta a fare le barricate per le strade; con un allarme sicurezza che ha gettato nell’angoscia centinaia di migliaia di cittadini che non riescono più a sentirsi padroni in casa loro, perché la politica di Prodi ha indiscriminatamente aperto le porte a tutti gli immigrati, compresi quelli che delinquono sapendo di poterlo continuare a fare perché tanto nessuno li punirà mai; con una pressione fiscale tra le più alte al mondo, che serve solo ad alimentare una spesa pubblica impazzita e non certo a mettere in ordine i conti; con una credibilità internazionale scesa ai minimi storici; ebbene, con tutti questi problemi da risolvere, cosa fa il Governo? Pensa ad aumentare le licenze dei taxi o ad informare gli automobilisti sulle condizioni del traffico. Cari lettori, siamo veramente alla frutta. Come più di un osservatore, non certo vicino al centrodestra, ha fatto notare, in questi primi giorni del nuovo anno tutti i nodi stanno venendo al pettine. Il fatto è che dal disastro di Napoli al caos di Roma, c’è un denominatore comune ed è quello dell’incapacità del centrosinistra a governare. Qualcuno ha detto che, dinanzi agli enormi problemi che abbiamo, la politica è inerme. Non sono d’accordo. Ad essere inerme non è la politica ma una parte di essa e, nella fattispecie, quella che governa. Il fatto è che taluni uomini, come Romano Prodi e Antonio Bassolino, anziché assumersi le proprie responsabilità, e lasciare quindi le loro poltrone istituzionali, hanno ancora l’ardire di andare in televisione a prendere per i fondelli i cittadini. Promettendo di fare in un giorno ciò che non stati in grado di realizzare in anni di potere, impiegati a fare tutto tranne che gli interessi del popolo. La verità è che ai cittadini di Napoli, di Caserta, o di qualsiasi altra parte, che sono scesi per le strade per protestare duramente contro un Governo incapace, presto se ne potrebbero aggiungere altre migliaia a Milano, Bergamo, Varese, Venezia. Perché il malcontento ha ormai superato il livello di guardia ma nessuno, tra le più alte cariche istituzionali, sembra volerne prendere atto.
Tratto da LA PADANIA del 10 gennaio 2008