Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, febbraio 21, 2008

Dove vai se l’alleanza non la fai!

di Giacomo Stucchi

Ci avviciniamo alla scadenza della presentazione delle liste per le elezioni politiche e, quindi, siamo al dunque per quanto riguarda le scelte che i partiti dovranno fare. Fra le cose ancora da chiarire una è già certa: il Partito Democratico non correrà da solo ma coalizzato con l’Italia dei Valori e, forse, anche con i Radicali. E’ illuminante, a tal proposito, quanto dichiarato dal senatore del Pd, Enzo Bianco, che si augura che “un ulteriore rafforzamento possa giungere da un accordo soddisfacente con i Radicali, il cui contributo politico arricchirebbe significativamente il partito”. Bianco rincara la dose, si dice "molto contento di vedere come il Pd stia discutendo l'accordo con determinazione e auspica che gli ultimi nodi siano presto sciolti. Peraltro- aggiunge- battaglie di retroguardia contro questa volontà di accordo sostenuta dalla stragrande maggioranza del Pd, pur nel rispetto delle sensibilità di tutti, appaiono come totalmente incomprensibili e assumono l'aspetto di sterili personalismi". Insomma, le dichiarazioni di Bianco lasciano intendere che le porte sono aperte. Ma non è questo che ci interessa, quanto il fatto che ancora una volta il Pd, e con esso il suo segretario Veltroni, potrebbero decidere di fare marcia indietro, rispetto ai loro annunciati propositi di presentarsi da soli alle elezioni di aprile. I dirigenti del Pd dicono di non badare ai sondaggi, ma la verità è che li guardano, eccome! Li guardano, e li studiano, a tal punto da aver capito che senza alleanze non c’è trippa per gatti. Scusate se è poco, direbbe qualcuno. Eppure, subito dopo lo scioglimento delle Camere, sempre Veltroni, aveva detto agli elettori che il suo partito non avrebbe fatto apparentamenti in questa campagna elettorale. Invece, non solo li ha fatti, tradendo la parola data, e, per giunta, senza neppure chiarirne i termini. Basti pensare, per esempio, al programma di Di Pietro sul riassetto del sistema radiotelevisivo che, a qualche giorno dalla sua enunciazione, non si capisce ancora se dobbiamo prendere come una boutade dell’ex pm oppure come una cosa seria, sulla quale c’è condivisione da parte di tutta la coalizione di centrosinistra. Non si tratta di una cosa da poco, perché Veltroni dovrà spiegare agli elettori molte altre cose, che non siano così scontate, come quelle cha ha detto dall’esordio di Spello sino ad oggi. Affermare, per esempio, che per ridurre la spesa pubblica “basta eliminare le spese inutili” è un enunciazione di principio, che chiunque è in grado di fare. Il problema vero, invece, è quello di spiegare come, su quale capitoli del bilancio dello Stato intervenire, quali procedure burocratiche snellire. Insomma, il segretario del Pd indichi la strada che vuole percorrere e dica cose concrete che diano agli elettori un’idea di cosa il Pd intende fare, qualora dovesse vincere le elezioni. Perché ciò che i cittadini si chiedono, è cosa possa fare mai di diverso un ipotetico governo, con D’Alema, Di Pietro e Parisi nei vari ministeri, o comunque in importanti ruoli istituzionali, di quanto non abbia già dimostrato di non saper fare Romano Prodi, nei venti mesi trascorsi a Palazzo Chigi? La domanda non è pretestuosa, ma sorge spontanea in tutti coloro che, dopo aver dato fiducia all’Unione nel 2006, si sono poi dovuti ricredere già dopo qualche mese e adesso, magari, non vogliono cadere nei soliti tranelli del centrosinistra.