Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, febbraio 19, 2008

Walter fa lo stratega, ma la gente non ci casca

di Giacomo Stucchi

E’ difficile credere che il segretario del Partito Democratico Veltroni non sapesse nulla della sortita del suo alleato, e attuale ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro, sul programma dell’Italia dei Valori riguardo al riassetto del sistema radiotelevisivo. Una proposta così, che prevede un forte ridimensionamento del numero delle reti televisive, sia pubbliche che private, che non giudichiamo sul piano tecnico, ha delle conseguenze politiche che al candidato premier del Pd non possono essere sfuggite. Se così fosse, ovvero se Veltroni davvero è stato colto di sorpresa dall’iniziativa del suo compagno di cordata, allora egli quanto meno ha peccato di ingenuità. Soprattutto perché, prima di apparentarsi con l’ex pm, non ha chiarito con lui quale fosse il programma elettorale della coalizione. Oppure, se lo ha fatto, evidentemente i due non si sono capiti. Nell’una o nell’altra ipotesi, Veltroni ha comunque commesso un errore. Certo la corsa al voto è lunga, e tutto può ancora accadere, ma per chi, come il segretario del Pd, è partito fortemente svantaggiato e per risalire la china ha affidato le sorti della sua campagna elettorale ad una strategia precisa, non sono consentiti passi falsi. Qui non si tratta di aver compromesso una rimonta elettorale, che ancora oggi appare davvero difficile da realizzare, quanto di non dare all’opinione pubblica la sensazione che, in fondo, la politica del centrosinistra di oggi non è poi così diversa dal 2006. Una conclusione che per noi, così come per ogni cittadino di buon senso, è del tutto scontata, ma che tuttavia dal punto di vista psicologico, per Veltroni, è importante mettere in discussione. Riuscire a far dimenticare ai cittadini i disastri di Prodi al Governo, è infatti il primo obiettivo che il segretario del Pd si è posto. Il secondo, forse, era quello di condurre una campagna elettorale dai toni soft o, comunque, abbandonando il vecchio armamentario propagandistico degli ultimi quindici anni, che aveva nell’antiberlusconismo l’argomento principale. Ma ci voleva il solito Don Chisciotte, ovvero il ministro Di Pietro, a rompere le uova nel paniere, e ad interrompere l’incantesimo del falso buonismo elettorale di questi giorni. Dallo scioglimento delle Camere sino ad oggi, infatti, chiunque ha seguito le prime apparizioni televisive del candidato premier del centrosinistra, ha potuto constatarne lo stile caustico, mai sopra le righe. Quasi un avvio di campagna elettorale in sordina che, sino all’uscita di Di Pietro dell’altro giorno, non si era mai alzata di tono. Ad eccezione, forse, di alcuni slogan utilizzati da Veltroni un po’ troppo roboanti, come “Non si tratta di scegliere un governo , ma di cambiare l'italia”, che sono di certo ambiziosi ma che stridono fortemente con la realtà. Nel senso che i problemi lasciati irrisolti dal Governo del Professore sono tanti e tali da far scendere la gente in piazza. Penso alla paventata chiusura di Malpensa, in primis, al dramma della spazzatura a Napoli, ma anche alle difficoltà delle famiglie che in questi giorni di grande freddo devono fare i conti con un rialzo dei prezzi, di alcuni prodotti alimentari, che sfiora il trentacinque o quaranta per cento. E dire che Prodi aveva annunciato che ci avrebbe pensato “Mister prezzo” a venire incontro alle esigenze dei consumatori, ma nessuno ha mai capito come e quando. Dinanzi a questo bilancio di governo, Veltroni, se vuole davvero fare breccia negli elettori, deve invertasi qualcosa di diverso.