Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, marzo 11, 2008

Walter polemizza con la Lega, ma intanto tiene nascosto Prodi

di Giacomo Stucchi

Fra tutti gli argomenti possibili, per fare polemica, Walter “volemosebene” Veltroni ha scelto quello più sbagliato. "La Lega - ha infatti detto il candidato premier a Vicenza - fa un doppio movimento: usa la secessione per i discorsi di domenica, e il lunedì la usa per gli accordi che si fanno a Roma". Mi rendo conto che spiegare a Veltroni, uomo politico che ha rinnegato la propria storia politica innumerevoli volte negli ultimi anni, quale sia il rapporto tra la Lega Nord e il suo territorio non è una cosa semplice. L’affinità di un movimento con la sua base, del resto, potrebbe risultare incomprensibile a chi, invece, è abituato ad essere lontano anni luce dalle istanze della gente. D’altra parte, sino a quando si continuerà ad andare nelle piazze delle città della Padania solo durante la campagna elettorale (l’accusa non è del sottoscritto ma del sindaco di Venezia Cacciari), mentre invece servirebbe toccare con mano ogni giorno i problemi, per trovare una soluzione concreta, i risultati non potranno che essere negativi. Ecco perché, da vent’anni, il nostro Segretario federale Umberto Bossi si batte per avere l’indipendenza da quella Roma ladrona nella quale, purtroppo, ancora oggi si decide il futuro del nord. Veltroni si impegni a riconoscere l’autonomia che vogliamo, con un vero federalismo, e allora vedrà che sapremo curare i nostri interessi meglio di chiunque altro. Sarebbe quindi ora di cambiare registro e trovare vere risposte ai problemi del nord. Il segretario del Pd, quindi, anziché avventurarsi in sterili discussioni, farebbe bene a trovare qualcosa di serio da proporre. Anche perché, fra tutte le notizie che poteva dare ai cittadini, ha scelto quella peggiore. “Romano Prodi – ha detto, infatti, Veltroni, durante un comizio - è e resterà il presidente del Pd". Peccato, non c’è stato neppure il tempo di gioire per l'addio definitivo alla politica da parte di Prodi che, nel giorno in cui si sperava che l'ex premier potesse anche non ricoprire più la carica di presidente del Pd, Veltroni ci ha riportato alla dura realtà, tributando nuovamente onori pubblici al Professore, fugando ogni dubbio sul fatto che non sarà più il presidente del partito, e ricordando invece che "e' stato un presidente del Consiglio che ha fatto molto per questo Paese". Sarà, ma a pensarla così sono sicuro siano rimasti veramente in pochi. Del resto, mi sono più volte chiesto, perché l’aspirante premier, se veramente ritiene che il Professore sia stato un buon capo di Governo, non lo porti con sé nei suoi giri elettorali. Se Prodi ha fatto così bene, perché l’“Obamadenoantri” lo tiene ben lontano dai comizi e, sino ad oggi, non lo ha mai fatto salire su un palco, magari al suo fianco? In fondo, è sempre il presidente del Pd. Altro che sondaggi, se Veltroni si portasse in giro per le città il premier uscente, toccherebbe con mano quanta rabbia ed esasperazione c’è nella gente a causa della politica di Romano Prodi e dei suoi ministri. Ancora l’altro giorno, in un’intervista rilasciata in tv, sentivo sproloquiare il presidente del Consiglio e dare improbabili consigli in campo economico. Ma se era un leader così capace, come mai il suo stesso partito non lo ha più candidato e, in questa campagna elettorale, lo costringe ad un isolamento forzato, manco avesse la peste? La verità è che questa sinistra, che si paragona ad altre esperienze europee, e fa polemica con movimenti autenticamente popolari, dai quali è lontana anni luce, non riesce più ad essere credibile.