Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, aprile 10, 2008

Già smentito il falso buonismo

di Giacomo Stucchi
La campagna elettorale volge al termine e i toni sfumati dei primi giorni, che qualcuno ha definito troppo mosci, lasciano il posto a polemiche e bordate dell’ultima ora che, se non altro, hanno riscaldato un po’ il clima. Per la verità, per quanto ci riguarda, non abbiamo mai creduto al bon ton politico del candidato premier del Partito democratico che ha avuto un’invitabile metamorfosi con il passare dei giorni: dall’esordio di Spello, due mesi fa, quando Walter Veltroni promise che mai avrebbe polemizzato con il suo avversario, né usato il vecchio armamentario ideologico con lo schieramento avverso, sino all’ultima apparizione in televisione, nella trasmissione di Bruno Vespa, dove l’ “Obamadenoantri” è venuto fuori al naturale, con sparate tipo la richiesta di un giuramento preventivo alla Costituzione o il fatto che nel 2026 lui avrà l’età di oggi del suo principale avversario. Insomma, chi si era illuso che con il processo costituente del Pd, la sinistra in Italia fosse davvero maturata e avesse superato certe concezioni da “scontro di classe”, deve essere rimasto profondamente deluso. Che ci sia una continuazione ideale, tra il Pd e la tradizione comunista, lo dimostra anche la strategia di comunicazione adottata, tutta fondata sulla menzogna. Pensate, per esempio, ai primi giorni di campagna elettorale, quando Walter “volemosebene” Veltroni parlava delle ridistribuzione dell’extra gettito fiscale, il cosiddetto “tesoretto”. Sembrava che da un giorno all’altro, grazie a clamorosi provvedimenti, i cittadini avrebbero avuto restituita almeno una parte di quei soldi che il Professore aveva tolto loro con l’aumento delle tasse. Poi però qualcuno deve avergli spiegato che quella del “tesoretto” era la più grossa balla del secolo, e allora Veltroni non ne ha più parlato. E’ successo così con mille altre proposte, tutte estemporanee e prive di fattibilità. Sino a quando il candidato premier del Pd, si è giocato l’ultima carta, quella dell’età anagrafica. “In tutta Europa – ha solennemente dichiarato - i principali leader sono quasi tutti miei coetanei”. Un’affermazione con la quale Veltroni ha gettato la spugna e dimostrato di essere veramente arrivato alla frutta, come argomentazioni, come proposte, come spunti. Perché la gente dovrebbe votarlo? Perché ha meno anni di Berlusconi! Ma per favore, cerchiamo di essere seri. Ancor più paradossale, poi, è stata la sua presa di distanza dal Governo Prodi, e dagli ultimi sciagurati venti mesi di esperienza del centrosinistra a Palazzo Chigi. Sul piano propagandistico la sua mossa è comprensibile. Chi avrebbe potuto andare in piazza a parlare con la gente, rivendicare l’operato del Professore, e non essere preso a pomodori in faccia? Nessuno. E infatti Veltroni non solo non lo ha mai fatto, ma ha cercato di far apparire in pubblico i ministri uscenti, quasi tutti ricandidati nelle liste del Pd, con il conta gocce. Sul piano politico, però, disconoscere la paternità del Governo attualmente in carica è tanto azzardato, quanto impossibile. Tutti sanno che c’è contiguità e corresponsabilità tra le scelte del Governo Prodi e l’attuale classe dirigente del Pd. Forse, prima della presentazione delle liste elettorali per Camera e Senato, qualcuno avrà pure creduto al fatto che fosse possibile un rinnovamento, ma poi, quando i nomi e le facce dei “soliti noti” sono inevitabilmente venute fuori, tutto è stato chiaro: il Pd altro non è che la continuazione dell’esperienza del Pci, del Pds, dei Ds.