Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, aprile 22, 2008

“I falli di frustrazione” della sinistra

di Giacomo Stucchi

La campagna elettorale, almeno quella per le elezioni politiche, è finita da qualche giorno ma, purtroppo, qualcuno sembra non essersene accorto. Su alcune grosse questioni, lasciate peraltro irrisolte anche per l’incapacità del Governo Prodi, avversari politici e qualche organo di informazione, non proprio al di sopra delle parti, continuano infatti ad alzare inutili barricate. Costoro mi ricordano quei soldati giapponesi, ai quali nessuno aveva riferito che la seconda guerra mondiale era finita, e continuavano a difendere strenuamente i loro avamposti. Succede così che in un editoriale pubblicato sul quotidiano La Repubblica, ci si scagli violentemente contro la neo maggioranza accusandola ingiustamente di aver fatto naufragare, è questo il presunto capo d’accusa, la trattativa con Air France; oppure che il vice premier uscente Francesco Rutelli, impegnato in una campagna elettorale (per la carica a sindaco di Roma) dall’esito quanto mai incerto, non trovi di meglio da fare che addossare la responsabilità della scarsa sicurezza nelle nostre città addirittura al centrodestra. Beh, anche uno sprovveduto capisce che quest’atteggiamento di una certa sinistra è molto simile a quei falli che, nel calcio, si chiamano “di frustrazione”. Quando, cioè, una squadra sta perdendo “di brutto”, l’unica consolazione rimane quella di entrare a piedi uniti o, come si dice, con il piede a martello, solo per far del male alle gambe dell’avversario e non certo per giocare a calcio. A noi pare che qui stia avvenendo la stessa cosa. Dopo la sonora sconfitta del 13 e 14 aprile, il centrosinistra, inteso nella sua accezione più ampia (composto da dirigenti del Pd, osservatori, intellettuali e giornalisti vicini a quella parte politica), non ci sta. Fa fatica ad accettare il responso delle urne e, quindi, pensa di sfruttare ogni argomento possibile per ribaltare le cose e attribuire inesistenti patenti di colpevolezza. Ognuno è padrone di fare ciò che ritiene più giusto, ma se questa è la strada scelta dall’opposizione, non si può certo essere ottimisti per il futuro. Parlamento e Governo devono ancora insediarsi, e questi qui già sparano cannonate mediatiche all’indirizzo della nuova maggioranza. Peccato, auspicavamo che la bruciante sconfitta elettorale avesse insegnato qualcosa a Veltroni e compagni, ma evidentemente la nostra speranza è stata mal riposta. Il futuro di Malpensa, che può benissimo essere scisso da quello di Alitalia, come anche una maggiore sicurezza per tutti i cittadini, che può essere garantita, secondo noi, mettendo in discussione anche alcuni totem (come le norme comunitarie), sono questioni rispetto alle quali tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, dovrebbero trovare un modus operandi condiviso. Funziona così in tutte le democrazie, a maggior ragione poi quando le consultazioni elettorali sono finite e hanno consegnato un responso inequivocabile. Ma evidentemente qualcuno deve ancora spiegare a quelli del Pd che c’è un tempo per il confronto ed un altro per l’assunzione di responsabilità.