Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, aprile 11, 2008

La parola alle urne

di Giacomo Stucchi

Ho letto anch’io l’ultimo articolo di Giovanni Sartori sul Corsera, e non mi pare che, con tutto il rispetto per il professore, nel già complicato quadro politico sia un gran contributo alla chiarezza. Da un esperto in materia, qual è l’editorialista in questione, sinceramente ci saremmo aspettati qualcosa di più. L’articolo, tuttavia, offre lo spunto per fare un paio di considerazioni. La prima è di carattere generale. Capita spesso che sui giornali intervengano opinionisti che si sono sempre occupati di politica come osservatori, senza però scommettersi mai in prima persona. Cerco di essere più esplicito. Un conto è fare la politica, un altro è osservarla dall’esterno. Si tratta di due cose molto diverse tra loro. Solo chi fa la politica, stando tra la gente, sentendone gli umori, subendone anche le critiche, quando occorre, può avere il polso della situazione. Molto diversa è invece l’ottica di chi, seduto ad una scrivania, osserva i fenomeni sociali e politici. In tal senso, posso testimoniare, avendo girato in lungo e in largo la mia circoscrizione, che se è vero che c’è ancora in queste ore un certo numero di indecisi, lo è altrettanto il fatto che, tra coloro che vanno a votare, esiste l’aspettativa di un risultato inequivocabile, che permetta di avere subito un Governo nel pieno delle sue funzioni. Tutto l’opposto, insomma, dell’inciucio, o di altre soluzioni pasticciate, che farebbero soltanto perdere tempo e che rimetterebbero in pista i soliti tecnici-burocrati. Alle gente, invece, preme che la politica torni ad esercitare il suo ruolo, e che i governanti facciano scelte, che siano anche forti e innovative, che solo un esecutivo legittimato dal voto popolare può compiere. Ecco perché chiunque abbia un minimo di buon senso, non può che augurarsi che dalle urne esca un risultato chiaro, e che la possibilità offerta dalla legge elettorale, quella cioè del voto disgiunto alla Camera e al Senato, venga utilizzata per rafforzare, e non per indebolire, la democrazia. La seconda considerazione è di natura politica. La campagna elettorale appena conclusa, arrivata dopo quasi due anni di immobilismo governativo, è stata troppo lunga e quindi, per forza di cose, anche ripetitiva. La complessità dei problemi sul tappeto, soprattutto dal punto di vista economico, e il ritardo accumulato nell’individuare delle soluzioni, sono tali che da martedì prossimo, chi vince le elezioni, dovrà pedalare tantissimo per venirne a capo. Una data del voto più anticipata, che avesse portato in breve tempo ad un Governo operativo, sarebbe stata di certo più utile alla bisogna. La lotta al caro vita, la raccolta dei rifiuti in Campania, gli aiuti alle imprese in difficoltà, il destino di Malpensa, una maggiore sicurezza per tutti i cittadini, unitamente alle grandi riforme istituzionali, prima fra tutte quella del federalismo, sono questioni ciclopiche sulle quali non si può più tergiversare. Noi siamo fiduciosi nella capacità di giudizio dei cittadini, e per questo confidiamo in un responso delle urne quanto più evidente possibile.