Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, ottobre 02, 2008

CASO CATANIA, IN BALLO C'E' MOLTO DI PIU' DEI 140 MILIONI

di Giacomo Stucchi

L’annunciata elargizione di fondi straordinari per salvare il Comune di Catania dal crac finanziario, che secondo notizie di stampa è nell’ordine dei 140 milioni di euro, stride fortemente con quanto ci accingiamo a discutere in Parlamento nei prossimi giorni, e cioè il federalismo fiscale. Non ce ne vogliano i Catanesi, nei confronti dei quali non abbiamo assolutamente nulla, ma sta di fatto che il finanziamento al loro Comune, così come quello di 500 milioni di euro, fatto a suo tempo alla città di Roma, non va nella direzione auspicata dalla Lega Nord, tanto sul piano del rigore dei conti pubblici quanto su quello amministrativo. Su questa questione, però, ci sono due fronti di discussione. Uno è di natura strettamente tecnica, è riguarda il fatto che in futuro, una volta approvata la riforma sul federalismo fiscale, sarà praticamente impossibile per qualsiasi ente locale fare ricorso a “elargizioni” straordinarie da parte dello Stato per mettere a posto i propri conti. Ogni Comune dovrà pensare per sé, perché avrà gli strumenti, primo fra tutti quello della leva fiscale, per poterlo fare. Abbandonare “la spesa storica”, per adottare quella standard, significa infatti ottimizzare i bisogni di ogni Comune, ma anche responsabilizzare la classe dirigente che amministra. E veniamo, così, al secondo aspetto del problema, che consiste nell’adozione di un principio, purtroppo in disuso, ma che tuttavia adesso deve diventare basilare, e cioè che chi sbaglia paga! I cittadini di Catania, così come quelli di Roma, o di qualsiasi altra parte si dovessero verificare dissesti di questo tipo, dovrebbero essere i primi a pretendere giustizia, amministrativa e, ove occorra, anche penale. Non è più possibile, infatti, consentire che amministratori incapaci, dopo aver sperperato il denaro dei contribuenti e causati danni in qualche caso irreparabili, restino impuniti, o peggio si ripropongano per ricoprire altri incarichi istituzionali. Chi manda in dissesto un Comune non deve più amministrare, né ricoprire altre cariche pubbliche, è questo il punto. Viceversa, passerebbe il principio, pericoloso e sbagliato, che tanto a pagare è sempre il solito cittadino, sulle spalle del quale si scarica poi sempre tutto. Il Governo, peraltro, non è più nelle condizioni di consentire “salvataggi” di questo tipo. Nelle ultime settimane, infatti, ma direi anche in queste ore, si sta proprio discutendo di cosa dare, e come, ai Comuni in termini di gettito Irpef. Si tratta, cioè, di stabilire regole che valgono per tutti, da Catania a Milano, da Napoli a Bergamo. Non ci si può quindi confrontare con le associazioni che rappresentano gli Enti locali, per discutere di federalismo fiscale, e quindi di autonomia impositiva , e poi agire con interventi straordinari mediante delibere del Cipe. Rischiamo di fare cento passo indietro proprio in un momento in cui, dopo decenni di lotta, la Lega Nord sta riuscendo a portare in Parlamento il provvedimento sul federalismo fiscale, per approvarlo e farlo diventare legge dello Stato. Ecco perché, dietro al caso Catania, c’è molto di più dei 140 milioni di euro.