Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

lunedì, ottobre 27, 2008

VELTRONI DA' I NUMERI E NON AVANZA PROPOSTE CONCRETE

di Giacomo Stucchi

Le polemiche sul numero di persone che hanno partecipato alla manifestazione di sabato scorso del Pd, non sono una questione di lana caprina. Per quanto ci riguarda fossero state cento o un milione, quando il popolo scende in piazza merita il massimo rispetto da parte di tutti, anche degli avversari politici. Ma, in questo caso, il punto è un altro. In politica si sa, sono i numeri che contano. Nel 2006, tanto per fare un esempio, il centrodestra perse le elezioni per pochi voti, una “bazzecola” rispetto al corpo elettorale, e nei successivi due anni il centrosinistra poté governare solo perché, di volta in volta, poteva contare sui voti di qualche senatore a vita. Come si vede, quindi, i numeri a volte fanno la differenza. Comprendiamo anche la voglia del Pd, dopo mesi di cocenti sconfitte e delusioni, di voler enfatizzare il successo del Circo Massimo, ma certo che “sparare” il numero di due milioni e mezzo di persone, significa averla detta davvero grossa. Veltroni non si rende conto che quando fa queste affermazioni perde di credibilità. Chi può credere al fatto che a stare ad ascoltarlo nel pratone di Roma ci fossero queste moltitudini di persone? Crediamo proprio nessuno. Allo stesso modo il segretario del Pd non è credibile quando chiede al Governo di ritirare il provvedimento sulla scuola e di mettersi intorno a un tavolo per discuterne. Ma per favore, come si fa a chiedere una simile assurdità! L’esecutivo è nella pienezza delle sue funzioni istituzionali e politiche, ha la maggioranza parlamentare per portare avanti il proprio programma (senza, per fortuna, dover elemosinare il voto di questo o quell’altro senatore a vita, come invece ha fatto Prodi per due anni) e quindi ha il dovere di farlo, sino in fondo, anche per non tradire il mandato ricevuto dagli elettori. Dopo di che, tra cinque anni, si andrà di nuovo a votare e allora, in quella occasione, Veltroni (se mai dovesse essere ancora segretario del Pd!) avrà la possibilità di rifarsi. Ogni paragone tra la situazione di oggi e quella di qualche mese fa, quando a governare era il Professore, e a scendere in piazza era invece il centrodestra, è poi del tutto impropria. Innanzi tutto perché Fassino e compagni, come abbiamo detto, avevano vinto la competizione elettorale con un margine risicato (e per giunta dubbio) di voti, e poi perché, sempre il centrosinistra, aveva spocchiosamente rifiutato l’offerta di collaborazione fatta da Berlusconi all’indomani delle elezioni, proprio perché era a tutti evidente l’impossibilità di governare. Ebbene, dopo due anni, i fatti ci hanno dato ragione: il centrosinistra è imploso, si è restituita la parola agli elettori e, appena sei mesi fa, la Lega Nord e il Pdl hanno stravinto le elezioni. Allo stesso modo siamo certi che, passata l’onda delle proteste (strumentalizzate ad arte dalla sinistra e da chi non vuole il cambiamento ma il mantenimento dello status quo), ai cittadini e ai diretti interessati (ovvero agli insegnati, ma anche agli studenti e ai loro genitori) saranno più chiare ed evidenti le ragioni del provvedimento Gelmini. Intanto, però, sarebbe bello se, quando si parla della scuola, opinionisti e addetti ai lavori lo facessero soprattutto dal punto di vista dei fruitori di quest’ultima, e cioè dei ragazzi, e non solo da quello dei professori e dei loro problemi.