Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, dicembre 10, 2008

NESSUN STOP AND GO AL FEDERALISMO

di Giacomo Stucchi

C’è un'agenda di governo, c’è un programma presentato agli elettori, ma soprattutto c’è un inequivocabile risultato elettorale, quello delle ultime Politiche, con il quale milioni di cittadini hanno manifestato la loro volontà di volere al più presto le riforme. Tra queste il federalismo fiscale ha un’altissima priorità perché, se non fosse stato inserito nel programma delle cose da fare, moltissimi padani non avrebbero dato il loro voto alla coalizione risultata vincitrice. Ecco perché, senza fare tanti giri di parole, il federalismo era e rimane un punto fondamentale del programma di governo che non deve essere messo a rischio di inutili stop and go. I dirigenti del Carroccio, in primis il segretario federale Umberto Bossi, sono persone responsabili, e sono consapevoli del fatto che il Governo in carica ha dovuto affrontare una miriade di problemi ineludibili. Dai rifiuti in Campania (lascito indesiderato di Prodi e compagni), alla crisi economica e finanziaria mondiale (che non poteva certo essere preso sotto gamba e che ha richiesto interventi immediati), le emergenze non mancano di certo. Tuttavia, questi mesi non sono passati invano. Il federalismo fiscale, infatti, nel frattempo si è fatto strada, sia attraverso le consultazioni con le autonomie locali, sia sotto forma di provvedimento legislativo. Grazie alla determinazione del Caroccio, anche il Pd ha così capito che oggi non c’è più spazio per meline politiche e, quindi, ha avanzato alcune proposte concrete, sulle quali c’è già disponibilità e attenzione da parte della maggioranza. Fuori da questo percorso, si spera il più possibile condiviso, non c’è più spazio di manovra, né per atteggiamenti gattopardeschi (di chi vuol fare finta di cambiare per poi lasciare tutto com’è), né per altre strategie dilazionatorie o, peggio, per “agguati'" parlamentari nei quali far impantanare il nascituro provvedimento legislativo sul federalismo fiscale. Quando Bossi si dichiara favorevole ad una Commissione ristretta nel numero dei componenti che, subito dopo l’approvazione da parte di Camera e Senato, lavori per rendere operativa la riforma federalista, lo fa per accelerare i tempi e non certo per allungarli. Anche perché, almeno per quanto ci riguarda, il federalismo fiscale non è soltanto un ambito obiettivo politico, per raggiungere il quale la Lega Nord si batte ormai da anni, ma è anche una risposta concreta ai problemi economici e finanziari di quest’ultimi tempi. Chi immagina, infatti, che con il federalismo si corra il rischio di una moltiplicazione dei centri di spesa dell’apparato dello Stato, dimentica (o fa finta di dimenticare) che tutto questo sarà impossibile perché i cittadini, tra l’altro, avranno la possibilità di verificare da vicino come vengono spesi i loro soldi e, se il caso, di mandare a casa eventuali amministratori incapaci, o che non avessero davvero a cuore le sorti delle comunità che rappresentano. Ecco perché, gli avvenimenti di questi mesi devono essere la marcia in più, e non un freno, verso una rapida approvazione della tanto attesa riforma.