Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, febbraio 12, 2009

COL FEDERALISMO FISCALE UNA NUOVA PRIMAVERA

di Giacomo Stucchi

Sulla spesa sanitaria con l'introduzione di ‘costi standard’ c'e' la "possibilità di realizzare una riduzione del costo complessivo netto di circa 2,3 miliardi, pari al 2,7% in meno rispetto al risultato 2007". Basterebbe già questo dato, effetto di un ‘esercizio’ elaborato dalla Corte dei Conti nel documento presentato nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, per fugare ogni dubbio, in chi ancora li avesse, circa la bontà dell’approvazione definitiva del federalismo fiscale. Ma come è arrivato il massimo organo della magistratura contabile al suddetto risultato? Si è misurato “l'aggiustamento richiesto in termini di costi, se si considerasse come valore di riferimento la media dei costi pro capite delle Regioni che hanno finora garantito livelli di assistenza di qualità e risultati economici equilibrati (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana), pur presentando scelte di organizzazione molto diverse tra loro”. Insomma, quasi una “certificazione” a ciò che la Lega Nord va dicendo da anni, ovvero che la Padania non può più pagare per le Regioni che sprecano le risorse, e difatti, sempre secondo la Corte dei Conti, "gli aggiustamenti maggiori dovrebbero concentrarsi nelle Regioni per le quali sono stati elaborati 'piani di rientro”. In primis, come emerge dalle tabelle presentate, il Lazio che dovrebbe ridurre i costi del 15,5 per cento! Insomma, questi dati dimostrano quanto sia giusta la battaglia del Carroccio condotta in questi anni, ma anche quella dei mesi scorsi per impedire gli stanziamenti straordinari dello Stato a favore di amministrazioni che hanno letteralmente gettato dalla finestra il denaro pubblico. Sempre restando alla sanità, oggi il fabbisogno di ciascuna Regione è calcolato sulla base della spesa dell’anno precedente più l’inflazione. Questo criterio fa si che gli Enti, ma forse sarebbe meglio dire gli amministratori, che hanno sperperato le risorse, e che per questo non sono mai stati chiamati a rispondere dei loro errori, hanno potuto invece continuare ad agire indisturbati. Con il federalismo fiscale, invece, si calcolerà il valore “standard” delle prestazioni sanitarie, quindi dei ricoveri in ospedale, delle analisi, tenendo conto dei costi che si registrano nelle Regioni più efficienti. Sarà quello, perciò, il dato dal quale partire per calcolare il fabbisogno finanziario in quel settore. Come è stato scritto in un’inchiesta, pubblicata sul Magazine del Corsera, “magari non si riuscirà a capire perché un parto cesareo possa costare 100 in Lombardia e magari 250 in Campania, ma ci sarà la certezza che ciascuna Regione, per ogni parto cesareo, avrà a disposizione solo 100. E chi non sarà capace di raggiungere l’efficienza dei migliori si arrangi”. Certo, c’è sempre un fondo perequativo nazionale ma questo non potrà mai coprire l’attuale gap esistente nel fabbisogno, per le spese sanitarie, delle singole Regioni. Per chi sino ad oggi ha potuto spendere senza rendere conto delle proprie azioni, perché tanto pagava pantalone, la pacchia sta quindi per finire. Il ddl sul federalismo fiscale, che dà attuazione all’articolo 119 della Costituzione, è stato infatti già approvato al Senato il 22 gennaio scorso, nelle seconda settimana di marzo dovrebbe arrivare anche l’approvazione definitiva col voto di Montecitorio e, dopo, toccherà al Governo fare la sua parte per l’emanazione dei decreti attuativi. Solo allora, quindi, potremo dire che una nuova primavera sarà finalmente arrivata.