Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, marzo 18, 2009

LE BANCHE DIANO IL BUON ESEMPIO

di Giacomo Stucchi

Dall’altra parte dell’Oceano, il colosso assicurativo Aig dovrà rimborsare il governo americano per un ammontare pari ai 165 milioni di dollari di denaro pubblico,che ha distribuito come bonus ai propri manager, come condizione per ricevere gli ulteriori 30 miliardi di dollari che attende. A confermarlo è stato il ministro del Tesoro Timothy Geithner, annunciando una dura presa di posizione dell'amministrazione Obama sul caso Aig. "Imporremo a Aig un impegno contrattuale a ripagare il Tesoro" per importi pari ai premi versati, ha detto Geithner in una lettera inviata al Congresso. Il Tesoro dedurrà i 165 milioni di dollari dagli ulteriori 30 miliardi di stanziamenti previsti per Aig. Da noi invece, ad eccezione della decisione del consiglio di amministrazione di Unicredit, che ha previsto di non distribuire alcun bonus relativo alla performance 2008 per l'amministratore delegato Alessandro Profumo e per tutti i componenti del Management Commitee, al momento non ci risultano né provvedimenti simili da parte di altri istituti né tantomeno norme legislative. La lega Nord, con un emendamento al provvedimento sugli incentivi, in Commissione Finanze e Attività Produttive, sta provando a porre un tetto allo stipendio dei manager, ed è l’unica forza politica a farlo. Ma al di là degli aspetti tecnici dell’iniziativa parlamentare citata, sul piano di principio è giusto porre un limite a retribuzioni faraoniche di manager in un simile momento di crisi? La nostra risposta è che se l’istituto per il quale questi fortunati professionisti lavorano, ha usufruito di aiuti economici pubblici, per restare a galla in questa fase di congiuntura sfavorevole, pensiamo sia giusto calmierare le loro retribuzioni. Non si capisce perché, infatti, a fronte di sacrifici richiesti a tutti i contribuenti, non possa corrispondere qualche rinuncia da parte di pochi. E’ vero che in Italia per il momento non si sono verificati casi clamorosi di default, come quelli americani o anglosassoni, da imputare alla scellerata gestione manageriale degli istituti di credito, ma lo è altrettanto il fatto che l’opinione pubblica non comprende perché a un dipendente, sia pur di “lusso”, viene riconosciuto un invidiabile stipendio, mentre poi nei confronti di una piccola impresa, che oggi più che mai ha bisogno di liquidità, gli si oppone una stretta creditizia. Si tratta di una contraddizione che andrebbe risolta.