Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, marzo 05, 2009

LE CRITICHE DI EPIFANI SONO FUORI LUOGO

di Giacomo Stucchi

Il ministro dell'Economia, nel suo intervento al 'Liquidity Day', la giornata di lavori tra governo, imprese e banche per individuare soluzioni in grado di fronteggiare la crisi, ha sottolineato la necessità di "strumenti nuovi da mettere in campo”. Affermazione assolutamente condivisibile, che vede peraltro su questo fronte il governo già attivato, ma va ricordato che da questa situazione si esce soltanto se ognuno degli attori istituzionali svolge il proprio ruolo. Bene ha fatto quindi Tremonti ha ricordare anche che "le banche sono utili solo se fanno le banche e non se il loro operato resta fine a se stesso". Gli istituti di credito, quindi, "non devono avere un profilo di rischio oltre misura, altrimenti si produce un rischio sul risparmio depositato". Ma c’è di più. Una macchina, mi si passi il paragone, gira alla perfezione quando tutte le sue componenti sono ben oliate e si muovono all’unisono. Allo stesso modo, governo, parlamento, forze politiche e sociali, in primis quelle sindacali, dovrebbero marciare tutte nella stessa direzione, perché dinanzi alle difficoltà delle famiglie, soprattutto di quelle monoreddito, o di chi ha già perso o sta per perdere il lavoro, non c’è una posizione politica di destra o di sinistra, ma la soluzione al problema stesso. Ecco perché, per esempio, non serve che il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, dica al governo che piuttosto delle grandi opere le quali, secondo lui, porteranno occupazione solo tra molto tempo, sarebbero necessari piccoli interventi che rilancino l'economia a breve. “Questa crisi va anticipata. Se fai tutto “dopo” il Paese lentamente affonda. Quando la crisi è forte bisogna misurarsi con progetti di piccole dimensioni come ad esempio la messa in sicurezza del territorio. Solo queste cose possono essere fatte in sei mesi”. Le Parole di Epifani, riferite all’operato del governo in carica, lasciano davvero di stucco. Quando tutto il mondo, da est ad ovest, annaspa per affrontare le conseguenze di una crisi i cui contorni giorno dopo giorno sfuggono a tutti, e mentre il governo Berlusconi è stato uno dei primi a muoversi (soprattutto nel tenere sotto controllo i conti pubblici e mettere così fieno in cascina per i momenti più difficili), il segretario generale di uno dei maggiori sindacati nazionali viene a dirci che il governo avrebbe dovuto muoversi prima! Ma si ricorda Epifani le dispute dell'esecutivo di centrosinistra, che per un anno ha saputo soltanto litigare sui Dico? Ha mai pensato Epifani a cosa sarebbe stato oggi della nostra economia se Prodi fosse rimasto un semestre in più a Palazzo Chigi, con una coalizione che litigava su tutto? In questo momento, cosa può fare il governo più di ciò che sta già facendo, in particolare sul fronte degli ammortizzatori sociali (con l’accordo tra il governo e le regioni, raggiunto lo scorso mese di febbraio, che ha dato il via libera all'uso di 8 miliardi di euro - 5,35 da fondi nazionali e 2,65 regionali - per sostenere i lavoratori colpiti dalla crisi) e poi su quello degli investimenti in infrastrutture per rilanciare il sistema economico, con un piano da 16,6 miliardi di euro? A noi pare che le critiche di sindacati e partiti, più attenti alle loro sorti che non agli interessi dei cittadini, siano pretestuose e soprattutto non diano un contributo alla soluzione dei problemi. Tuttavia, il giorno che tutto questo dovesse verificarsi saremo ben lieti di smentirci.