Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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mercoledì, marzo 11, 2009

SUL FEDERALISMO PROPOSTE CONDIVISE

di Giacomo Stucchi

Non entriamo nel merito della polemica sulle dichiarazioni del premier a proposito del voto unico ai capogruppo, perché le reazioni, in qualche caso davvero spropositate, dell’opposizione la dicono lunga su quanto alcuni esponenti del Pd e dell’Idv di Di Pietro smanino di buttare benzina sul fuoco ad ogni occasione. C’è un momento per il confronto politico, che in qualche occasione può rivelarsi anche duro, e ce n’è un altro per il dialogo. Quello dei prossimi giorni deve sicuramente essere del secondo tipo. In tal senso sarebbe utile alla politica, ma soprattutto all’interesse dei cittadini, per il bene dei quali la politica dovrebbe sempre operare, che almeno per i temi sui quali esiste già una condivisione tra le forze politiche, si mettessero da parte le polemiche e le discussioni pretestuose. Tra queste esigenze condivise, in primis, ci sta sicuramente quella, direi unanimemente riconosciuta, di cambiare molte cose del nostro sistema politico, istituzionale e amministrativo. La storia degli ultimi quindici anni, solo per restare al periodo più vicino a noi, è costellata di passaggi istituzionali intesi ad attuare i suddetti cambiamenti. Dalla commissione Bicamerale del 1997, che vide Massimo D’Alema presidente, alla riforma del Titolo V della Costituzione, approvata dal centrosinistra nel 2001 allo scadere della legislatura, sino a tempi più recenti con il referendum sulla riforma costituzionale approvata dal centrodestra e fermata solo da un voto referendario molto politicizzato dalla sinistra. Insomma, il passato recente (ma anche quello remoto) delle riforme istituzionali del nostro sistema, è fatto di continui tentativi. L’esperienza di questi anni dovrebbe quindi essere servita a far capire a tutte le forze politiche che, su questo fronte, senza una condivisione di obiettivi non si va da nessuna parte. Per questo motivo la Lega Nord, sin dagli esordi di questa legislatura, ha posto in essere tutti gli sforzi possibili per trovare un percorso condiviso che portasse all’approvazione del federalismo fiscale, unica soluzione in grado di dare una sferzata al sistema nel segno del cambiamento. Un lavoro difficile, fatto di cesello ma anche di diplomazia, che ha già dato i suoi frutti con l’approvazione del provvedimento in questione al Senato. Un traguardo importante che però, in un sistema bicamerale perfetto come il nostro, non è sufficiente ad approvare una legge. Al ddl sul federalismo fiscale, quindi, stanno attualmente lavorando Ie commissioni Bilancio e Finanze della Camera. In un clima di dialogo costruttivo, l’unico possibile quando si mette mano alle riforme istituzionali, si sta procedendo all’approvazione degli emendamenti. Relatori e governo, per esempio, hanno dato parere favorevole a un emendamento presentato dal Pd, in base al quale saranno i presidenti delle Camere a nominare il presidente della bicamerale di controllo dei decreti attuativi della legge delega sul federalismo fiscale. Così come è stato giudicato “positivo”, dagli stessi esponenti del Pd proponenti, l’accoglimento da parte della maggioranza di un altro emendamento sul superamento della riserva di aliquota Irpef tra le fonti che le regioni utilizzano per finanziare le spese essenziali, sostituita da compartecipazioni ai tributi erariali e, 'in via prioritaria', al gettito dell'Iva. Si tratta di esempi indicativi del fatto che quando l’obiettivo è quello di porre al centro del dibattito l’interesse dei cittadini, le forze politiche possono trovare un percorso condiviso e procedere sulla medesima lunghezza d’onda.