Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, aprile 15, 2009

LE IPOCRISIE DEI REFERENDARI


di Giacomo Stucchi

La scadenza elettorale referendaria viene a cadere in un momento politico e sociale particolare. Ancora una volta, purtroppo, una questione seria ed importante come quella della legge elettorale si trova al centro di un dibattito pretestuoso ma anche fuori luogo. Proporre di accorpare in un solo giorno il voto su referendum, rinnovo del Parlamento europeo ed amministrative, con la scusa di dover risparmiare denaro per aiutare il popolo abruzzese, è un discorso fuorviante. E’ evidente infatti che lo Stato, come già ha fatto sin dalle prime ore del tragico evento, continuerà ad assumersi le proprie responsabilità per dare il massimo aiuto possibile, con o senza il voto accorpato. E’ però anche intollerabile che i promotori del referendum, spalleggiati dall’opposizione, utilizzino il terremoto come “arma” politica. Come se chi non vuole l’accorpamento è contro la solidarietà agli abruzzesi, mentre chi lo porta avanti è un eroe. No, non è così! Perché allora potremmo dire che nessuno vieta di rinviare, anche di un anno, il referendum e utilizzare il denaro per la consultazione elettorale per la ricostruzione dell’Abruzzo. Una soluzione che peraltro sarebbe avallata dalla circostanza che in questo momento, con tutto il rispetto per i comitati che lo hanno promosso, e per gli elettori che hanno raccolto le firme, l’esigenza di esprimersi sui quesiti posti dal referendum non crediamo sia in cima ai pensieri della maggioranza dei cittadini. Con una grave crisi economica planetaria che è ancora lontana dall’esaurirsi, rispetto alla quale il governo italiano è stato tra i più solerti (in Europa e nel mondo) a reagire con misure concrete, e la necessità impellente di assicurare a decine di migliaia di cittadini abruzzesi un tetto sicuro nei mesi che ci separano dalla prossima stagione invernale, è del tutto evidente l’ordine delle priorità delle cose da fare. Tuttavia, poiché la Lega Nord è un movimento fondato sulla libertà d’espressione e sulla democrazia, nessuno si sogna nel Carroccio di impedire che il popolo si possa esprimere. Ed è per questo che non abbiamo mai detto di non voler celebrare il referendum ma, semmai, di non farlo contestualmente alle altre consultazioni. Tale accorpamento, infatti, non è mai avvenuto nella storia della Repubblica. Il motivo consiste nell’aver voluto sempre evitare di politicizzare il voto referendario che, per sua natura, non deve avere né colore politico né sponsor partitico. Perché per decenni questa esigenza è stata avvertita e adesso qualcuno la mette in discussione? L’impressione, corroborata da più di un sospetto, è che Segni e Guzzetta, consapevoli del fatto che il loro referendum (senza un “traino” elettorale d’altro tipo) molto difficilmente raggiungerebbe il quorum richiesto, vogliano l’accorpamento con le elezioni europee e amministrative solo per evitare un clamoroso fallimento. Ma, in questo caso, si tratterebbe di un bluff. Ed è proprio questa eventualità che la Lega vuole scongiurare. Votando invece per il referendum in una qualsiasi altra data, che per esigenze di risparmio sul bilancio dello Stato potrebbe anche essere quella del 21 giugno (ovvero il turno del ballottaggio per le amministrative), si garantisce quel clima privo di condizionamenti che sempre deve accompagnare ogni consultazione elettorale, a maggior ragione se referendaria.