Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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domenica, aprile 12, 2009

SULLA SICUREZZA “IMBOSCATA” DA PRIMA REPUBBLICA

di Giacomo Stucchi
Abbiamo un po’ di esperienza parlamentare per sapere che in politica niente, o quasi, accade per caso. Tanto più in un sistema di bicameralismo perfetto, come il nostro, nel quale un provvedimento prima di diventare legge dello Stato deve seguire un iter parlamentare che, tra lavori in Commissione e Aula, diventa una sorta di “percorso di guerra”, quasi fatto apposta per le imboscate politiche. Il voto segreto poi, previsto per garantire la libertà dei parlamentari chiamati ad assolvere il loro mandato senza alcun vincolo, diventa un boomerang nel momento in cui si tramuta in uno strumento per condizionare l’azione governativa, o peggio tradire il mandato degli elettori che hanno espresso il loro voto sulla base di un programma elettorale. Così, da garanzia democratica, il nostro sistema parlamentare rischia di diventare il simbolo di uno Stato che fa fatica a venire incontro alle esigenze dei cittadini. E’ sotto gli occhi dell’opinione pubblica più attenta il fatto che prima che un provvedimento, diventi legge e produca gli effetti voluti dal legislatore, passi tanto di quel tempo che a volte si rischia di vanificare l’efficacia della legge stessa. Ma questi sono problemi coi quali ci confrontiamo da anni e sarebbe ora che dalle parole, aventi come effetto solo quello di restare impresse nei resoconti parlamentari o negli atti dei convegni, si passasse ai fatti. Magari portando avanti le proposte della Lega Nord per la modifica dei regolamenti di Camera e Senato, unitamente alla riforma del sistema parlamentare e di Governo. Tutto ciò premesso, quanto accaduto a Montecitorio, prima con lo stralcio dei “volontari per la sicurezza”, dall’omonimo Decreto, e poi con la bocciatura del prolungamento a 180 giorni della permanenza degli immigrati nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie), ci rende ancora più determinati nella nostra lotta. In primo luogo, perché questi fatti dimostrano che i nostri sforzi per cambiare il sistema istituzionale, con riforme concrete che mettano, tra l’altro, il Parlamento al riparo dalle alchimie partitocratiche della prima Repubblica, e qualche volta anche della seconda, sono quanto mai necessarie. In secondo luogo, perché il tema della sicurezza è troppo importante perché si possa tergiversare sull’adozione delle misure necessarie a garantirla. Siamo certi che anche gli alleati di governo, in primis il presidente del Consiglio Berlusconi, ne siano assolutamente consapevoli.

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