Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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lunedì, ottobre 26, 2009

BENE IL GOVERNO SULL'ECONOMIA MA SERVONO PIU' RISORSE PER IL FEDERALISMO

di Giacomo Stucchi

Chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale non può che riconoscere come la politica economica del governo in carica abbia contribuito a far sì che la sfavorevole congiuntura internazionale non avesse da noi le stesse disastrose conseguenze sociali, seppur molto gravi al Nord, rispetto ad altri Paesi europei e d’Oltreoceano. Inoltre, fra i tanti impegni mantenuti da questo governo, uno in particolare è stato quello di non aver aumentato le tasse. Un risultato che, considerato lo stato non certo brillante dell’economia di mezzo mondo, dimostra l’affidabilità e la serietà dell’Esecutivo e della maggioranza che lo sostiene. Nella situazione attuale garantire gli ammortizzatori sociali a un gran numero di lavoratori rimasti senza occupazione, ma anche mantenere lo standard del nostro welfare, senza aumentare le tasse, è già un buon risultato. Questo non significa che i problemi siano tutti alle nostre spalle, anzi, ma è proprio per questo che forse occorre avere più prudenza oggi di quanto non ce ne sia stata nei mesi scorsi. Chi ignora questa circostanza, magari “rimproverando” al ministro del Tesoro Giulio Tremonti di non voler allargare i cordoni della spesa pubblica, o di non voler concordare a sufficienza le decisioni di carattere economico, rischia di fare soltanto della demagogia. Anche i bambini infatti sanno che in Italia aumentare o meno la spesa pubblica non è un fatto soltanto discrezionale del ministro Tizio o Caio. L’enorme debito pubblico, con il quale bisogna fare i conti, lascia infatti poco spazio alle facoltà di spesa e condiziona fortemente chiunque si trovi a gestire l’economia. Si tratta, purtroppo, di un lascito della Prima Repubblica che ci porteremo dietro chissà per quanto tempo e che non permette certo di scialacquare. La cosa, tanto per essere chiari, non ci piace per nulla e non ci fa certo stare tranquilli, ma è un fatto del quale bisogna tenere conto e non si può agire come lo struzzo nascondendo la testa nella sabbia e facendo finta che il problema non esista. Ma c’è un altro aspetto che bisogna considerare e che dovrebbe portare a più miti consigli a chi oggi fa dell’incremento della spesa pubblica la panacea di tutti i mali: la stretta connessione esistente tra il fronte economico e quello delle riforme. Se Tremonti, o chiunque altro al suo posto, avviasse una politica di incremento della spesa pubblica, senza prima aver reso operative le riforme fondamentali, come quella del federalismo fiscale, il rischio di una nuova impennata del debito pubblico sarebbe concreto. Con il sistema vigente, basato sul centralismo romano che gestisce le risorse, il denaro dei contribuenti si disperderebbe nei mille rivoli della burocrazia dello Stato prima di arrivare là dove necessita davvero. Ecco perché se ci sono delle risorse da incrementare queste sono quelle che servono alla realizzazione del federalismo fiscale, affinché ogni euro impegnato per la spesa pubblica sia speso davvero sul territorio al quale è destinato . Anche in questo caso non si tratta di scegliere ma di andare avanti lungo un percorso obbligato, rispetto al quale non c’è una valida alternativa.