Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, ottobre 08, 2009

CONSULTA DI PARTE? BASTA VEDERE DA CHI E' ELETTA

di Giacomo Stucchi

In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza con la quale i giudici della Corte costituzionale hanno bocciato il Lodo Alfano è forse utile chiedersi cos’è e quali compiti svolge la Consulta ma, soprattutto, da chi è composta è come vengono eletti i suoi componenti. L’Alta Corte, in sintesi, è chiamata a pronunciarsi sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni; sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e tra le Regioni; sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica, a norma della Costituzione. I suoi quindici componenti vengono così eletti : un terzo dal capo dello Stato, un terzo dalla magistratura e un altro terzo dal Parlamento. Già questo aiuta a capire perché il presidente del Consiglio Berlusconi, commentando ieri a caldo la sentenza, e ribadendo poi il concetto anche nell'intervento telefonico di ieri sera a Porta a Porta, ma anche oggi alla radio, ha detto che la Consulta è dominata dalla sinistra. In una democrazia normale, dove vigono sistemi di equilibrio istituzionale che garantiscono la funzionalità del sistema, nessuno si sognerebbe mai di attribuire patenti politiche agli organi costituzionali. Purtroppo da noi non funziona così, e non potrebbe essere diversamente. Come si fa infatti a ritenere al di sopra delle parti un organismo che per due terzi è nominato dalla magistratura, nella stragrande maggioranza dichiaratamente di sinistra, e dal capo dello Stato che, in tutta la storia della Repubblica, non ci risulta essere mai stato espressione del centrodestra? Si può discutere quanto si vuole sulla colpevolezza o meno di Berlusconi per gli atti compiuti nella sua qualità di imprenditore e uomo d’affari, ma il punto è che negli ultimi quindici anni (nel corso dei quali per ben otto anni la sinistra è stata al Governo!) tutte le volte che il centrodestra è stato a un passo dal riformare davvero il sistema politico e istituzionale sono spuntate come i funghi le inchieste sul premier e le relative condanne a suo carico. Tutte le sentenze che riguardano il premier, cosi come tutte le inchieste pubblicate sui media che fiancheggiano l’opposizione (vedi quella sulle escort), ma anche le trasmissioni televisive della Rai, spudoratamente di sinistra ma pagate coi soldi dei contribuenti, guarda caso arrivano sempre quando si sta per mettere mano a importanti riforme di sistema. Il sospetto che in Italia alcuni poteri forti stiano cercando di impedire per via giudiziaria, ma anche con una massiccia campagna mediatica, che si realizzi ciò che la volontà popolare ha sancito (e cioè un radicale cambiamento di tutto il sistema politico e istituzionale) è forse audace ma più che legittimo. In questi ultimi giorni abbiamo letto sui giornali le ipotesi più strampalate sul futuro del governo in carica e sui destini della legislatura. Ieri il nostro segretario federale Umberto Bossi ha detto che non ci saranno elezioni anticipate e che si va avanti con le riforme. Il che basta e avanza a chiarire che, ancorché la sentenza costituzionale sul Lodo Alfano esuli dal mero ambito giuridico e istituzionale per tracimare prepotentemente nelle vicende politiche, la maggioranza di centrodestra non intende tradire il mandato degli elettori e per questo porterà a compimento il suo programma.