Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, febbraio 09, 2010

LE MANOVRE DI DI PIETRO PER FAR USCIRE L'IDV DAL BINARIO MORTO

di Giacomo Stucchi

La mirabolante “conversione” di Di Pietro, sulla strada delle necessarie alleanze per le regionali, all’opposizione costruttiva che serva a costruire “l’alternativa di governo” puzza di bruciato! L’ex pm che, con il suo giustizialismo becero, ha raggranellato alle Europee una discreta dote di voti, dimostra ancora una volta di avere una straordinaria faccia tosta nel virare con disinvoltura di 360 gradi il timone alla guida del suo partito. Come si ricorderà, prima del voto alle Politiche del 2008, l’ex pm stipulò con Veltroni un “patto di ferro” (rivelatosi in seguito quanto mai effimero) che prevedeva, oltre all’alleanza elettorale, anche un gruppo parlamentare comune con il Pd. All’indomani del voto, che relegò Veltroni nell’oblio politico e Di Pietro nell’angolo dell’opposizione estrema fine a se stessa, quel patto si ruppe ignominiosamente e i buoni propositi del centrosinistra di fare un’opposizione costruttiva a Berlusconi, e alla vittoriosa maggioranza di centrodestra, andarono a farsi benedire. Da allora sono passati poco meno di due anni, durante i quali l’ex giudice ha eroso voti e consensi al Pd, incarnando un’opposizione apparentemente “dura e pura” (ma mai davvero propositiva!), ma il risultato della sua politica aggressiva, avente come unico scopo la criminalizzazione del premier, ha condotto l’Idv su un binario morto. Il congresso di Salerno dell’Idv è stata così l’occasione buona per Di Pietro per annunciare a tutti la rinnovata alleanza con il Pd, ma anche il suo nuovo ruolo di oppositore, che guarda addirittura al 2013 per sconfiggere l’avversario politico con la sola arma democratica del voto, quando tutti sanno che fino all’altro ieri aveva inneggiato e incoraggiato con veemenza alla soluzione giudiziaria! C'è da fidarsi di una così plateale inversione di rotta? E ancora, c’è da temere che la nuova alleanza di Di Pietro con il Pd, possa avere come conseguenza anche una rinnovata estremizzazione dello scontro politico, che coinvolga anche il maggior partito di opposizione? La risposta non è scontata, e comunque ogni previsione che cerchi di essere attendibile deve tenere conto dello spartiacque che potrebbero rappresentare le elezioni regionali. Alle quali l’Idv, almeno ufficialmente, si presenta interpretando due anime: una più intransigente nei confronti del premier e del governo, incarnata non più dal solo Di Pietro ma anche dal suo presunto delfino De Magistris, l’altra, diciamo così della nuova opposizione per l’alternativa, fortemente voluta dall’ex pm di Mani Pulite e, almeno per ora, risultata vincente al congresso di Salerno. La sensazione, però, è che si tratti di un gioco delle parti, dettato anche dalla necessità contingente di accettare alleanze per le Regionali, in grado di garantire quanti più vantaggi possibili all’Idv in termini di seggi nei Consigli regionali, ma anche di continuare ad erodere sempre più voti al Pd. Staremo a vedere, perciò, se una volta chiuse le urne, Antonio Di Pietro tornerà ad essere il giustizialista di sempre (riprendendosi tale ruolo momentaneamente “affidato” a De Magistris), oppure se Bersani, e il Pd, potranno contare su un "nuovo " alleato.