Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, maggio 27, 2010

MANOVRA E RIFORME, LA RICETTA PER SCONFIGGERE LA CRISI

di Giacomo Stucchi

Sarà il Parlamento a pronunciarsi sulle misure contenute nella manovra finanziaria annunciata dal Governo ma, prescindendo dai contenuti della stessa, il punto è che nessuno può oggi affermare che tagli agli sprechi e lotta all’evasione non siano una priorità assoluta. Solo l’oculata gestione dei conti pubblici del Governo in carica, che può contare su una stabilità e compattezza della maggioranza che ha pochi precedenti nella storia della Repubblica, e che a livello europeo ha contribuito ad impedire, appena qualche giorno fa, che una tempesta finanziaria senza precedenti si abbattesse sul Vecchio Continente, stanno permettendo al sistema di reggere l’urto della crisi e delle speculazioni finanziarie. Il problema non è italiano, come pretestuosamente vorrebbe far credere chi nelle opposizioni mira a trarre il massimo di vantaggio da questa situazione, ma di vasto respiro, al punto che sono tutte le economie europee e d’Oltreoceano ad esserne coinvolte. Sui conti pubblici italiani c’è però l’aggravante dei ritardi accumulati in decenni, durante i quali non si è saputo o potuto aggredire davvero il deficit, realizzando tra l’altro quelle riforme di sistema che avrebbero di certo contribuito ad arginare l’impennata della spesa pubblica. In queste condizioni l’attuale Governo, e il suo ministro dell’Economia, al quale va l’appoggio della Lega Nord, non potrebbero fare di più. Commette un errore madornale, quindi, chi oggi pensi di fare propaganda, dentro e fuori il Parlamento, lanciando inutili strali all’indirizzo di questo o di quel ministro, di questo o di quel partito. Una stretta alla spesa pubblica è necessaria e ineludibile, così come il recupero di quel gettito fiscale che attualmente rimane nascosto a seguito di quelle attività in nero che lo Stato, a livello centrale, ha ampiamente dimostrato di non sapere scovare. Solo il federalismo fiscale può allora costituire la soluzione al problema, non per aumentare le tasse, il cui peso nessuno sarebbe in grado di reggere, ma per avvicinarle al territorio e quindi razionalizzarle. Come hanno giustamente ribadito il premier Berlusconi e il ministro Tremonti, la manovra non aumenta le imposte ma taglia solo gli sprechi nei prossimi anni. Nel frattempo, però, lo stesso periodo dovrà essere messo a frutto per realizzare quelle riforme che permetteranno davvero una netta inversione di rotta rispetto al passato. La forza del nostro Paese sta, tra l’altro, nelle specificità territoriali, e nello straordinario lavoro che le piccole e medie imprese, sparse sul territorio, compiono ogni giorno. Il federalismo fiscale, con la gestione dei proventi fiscali a livello locale, permetterà loro di avere garantiti quei servizi e quel sostegno che meritano, per continuare a produrre e a tenere in vita la nostra economia.