Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, gennaio 25, 2011

FEDERALISMO, SI' AL DIALOGO COSTRUTTIVO NO A PRETESTUOSI DINIEGHI

di Giacomo Stucchi


Sbaglierebbe i suoi calcoli chi, tra i vecchi e i nuovi oppositori del Governo, ritenesse di esercitarsi in giochetti da Prima Repubblica sul federalismo. La più imponente riforma della storia repubblicana non può infatti essere utilizzata come arma di ricatto politico, prescindendo dai suoi contenuti. Su questi si può ancora discutere, ma solo per approfondire e migliorare alcune cose e non certo per fare melina parlamentare né pura strategia politica. Il dialogo tra il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli e i vertici dell’Anci, che al momento verte in particolare su alcuni aspetti del decreto attuativo del federalismo municipale, deve essere quindi all’insegna della concretezza e della voglia di fare. Ben vengano, in tal senso, tutti i contributi possibili, ma non per ricominciare daccapo tutto l’iter di approvazione della riforma ma solo per inserire alcune modifiche chieste dall’Anci. Abbiamo già detto in altri interventi che trattandosi di una riforma strutturale, che cambierà l’impostazione di tutto il sistema dei rapporti tra potere centrale e quello periferico, è giusto che il federalismo fiscale sia quanto più condiviso possibile, sia a livello parlamentare che a livello amministrativo. Il punto sullo stato dell’arte della nostra riforma però, per quanto ci riguarda, si ferma qui. Le sterili polemiche dei soliti guastatori, che non costruiscono mai nulla ma mirano solo a distruggere, non ci riguardano. Non si tratta di una precisazione speciosa, dal momento che è noto come tra alcune forze politiche di opposizione c’è chi vorrebbe che sul federalismo si giocasse tutta un’altra partita. Cimentarsi su questo cammino significa però giocare sulla pelle dei cittadini e sulle legittime aspettative di cambiamento che gli stessi hanno riposto proprio nella riforma simbolo dell’azione politica del Carroccio, ma direi anche dell’intero Governo. Proprio per questo motivo tentare di far naufragare il federalismo fiscale è quanto di più irresponsabile si possa compiere oggi nella vita politica e istituzionale del Paese. La riforma serve ad unire e non a dividere, a razionalizzare e non sperperare le risorse pubbliche, a migliorare e non peggiorare la qualità della vita di tutti i cittadini. A chi pensa di utilizzarla strumentalmente dovrebbe ormai essere abbastanza chiaro che né manovre di Palazzo, come quella dello scorso 14 dicembre, che avrebbe dovuto disarcionare il premier e che invece è miseramente fallita lasciando gli artefici in un vero e proprio stato confusionale, né tempeste mediatico giudiziarie, come quella sul caso Ruby, le cui rivelazioni contenute negli atti giudiziari al momento appaiono più utili per riempire le pagine dei quotidiani e i palinsesti televisivi che non per costruire un concreto castello accusatorio, fermeranno un processo riformatore ormai ineludibile.