Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, gennaio 18, 2011

LE INCHIESTE GIUDIZIARIE NON OSTACOLINO LE RIFORME

di Giacomo Stucchi

Subito dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento avevamo auspicato che nessuno ne strumentalizzasse i contenuti ma ciò che è successo negli ultimi giorni, e cioè il coinvolgimento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nell’inchiesta della procura milanese sul caso Ruby, ha dato vita ad un terremoto politico-giudiziario il cui sciame è davvero difficile prevedere dove e quando possa esaurirsi. Sul caso specifico, condividiamo le parole di turbamento del Presidente della Repubblica anche dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti agli atti d’indagine. Più in generale, il risultato è che tutto ciò che il Governo ha fatto di buono in questi mesi, le riforme messe in cantiere o approvate, i provvedimenti licenziati dal Parlamento, rischiano di passare in secondo piano dinanzi alle cronache giudiziarie. Sarà un caso ma è impossibile non constatare come tutte le volte che questo Paese si trova alla vigilia di importanti appuntamenti, che ne potrebbero in qualche modo determinare il cambiamento, ci sia sempre qualcosa a condizionarli. Così come è davvero difficile non pensare come gli ultimi sei o sette mesi siano stati caratterizzati da una sequela di accadimenti, politici, parlamentari e giudiziari, che verosimilmente hanno ben poco di casuale. Nel caso dell’ultima inchiesta giudiziaria dei pm milanesi è poi immancabile il solito circuito mediatico che si alimenta con le informazioni contenute sulle carte giudiziarie che, sulla carta appunto, dovrebbero restare segrete ma che invece servono a riempire pagine e pagine dei quotidiani, soprattutto vicini alla sinistra, che guarda caso sono quelli che contengono maggiore dovizia di particolari. Si tratta, purtroppo, di un film già visto ma oggi siamo molto preoccupati per il fatto che il contenuto delle carte processuali dell'inchiesta possa diventare il centro del mondo. Esiste invece un’agenda parlamentare e di Governo, con in primo piano l’iter per l’approvazione dei decreti attuativi del federalismo fiscale, della quale vogliamo assolutamente occuparci. Anche alla luce del rinnovato interesse che le altre forze politiche hanno dimostrato di avere riguardo all’importante riforma e alla loro disponibilità a discuterne in Parlamento senza atteggiamenti preconcetti. Con il federalismo fiscale, e tutti gli aspetti rivoluzionari che esso comporta, la Lega Nord ha mirato alto. Ha puntato cioè a cambiare dalle fondamenta il sistema e tutto ciò che intorno ad esso ruota, ed è quindi giusto, oltre che auspicabile, che la riforma sia quanto più possibile condivisa. Ecco perché quelli che stiamo vivendo sono giorni cruciali: per le riforme, per il governo, per la legislatura e fors’anche per il futuro di questo Paese.