Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, marzo 08, 2011

NONOSTANTE I SOLITI DEMOLITORI IL CANTIERE DELLE RIFORME E' SEMPRE APERTO

di Giacomo Stucchi

Che la Lega Nord abbia un ruolo importante nell’attuale quadro politico è un fatto che un po’ tutti, sia gli avversari sia gli alleati, ci riconoscono. Per questo motivo, avvertendo in qualche modo la responsabilità di essere al contempo un movimento popolare ma anche una forza politica determinante in Parlamento, cerchiamo sempre di far seguire alle parole i fatti concreti. Come sta avvenendo sul federalismo fiscale dove, archiviati i festeggiamenti per la fiducia ottenuta alla Camera la scorsa settimana, si è già a lavoro per portare a casa al più presto il decreto relativo al fisco regionale. Alla luce del sole e senza sotterfugi, come è nel nostro stile, si sta quindi procedendo nel dialogo tra le Regioni e i ministri della Semplificazione normativa Roberto Calderoli e per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, per varare un testo quanto più possibile condiviso da tutti. Sulla riforma del sistema giudiziario, che costituisce un altro punto del programma elettorale presentato a suo tempo agli elettori e sulla quale sta lavorando il Guardasigilli Alfano, la disponibilità al dialogo tuttavia non significa accettare critiche aprioristiche, come quelle di alcuni magistrati che hanno già alzato le barricate. Sbagliando secondo noi anche i tempi della protesta dal momento che, piuttosto che commentare sulla materia quanto pubblicato sui giornali in questi giorni, sarebbe stato meglio aspettare il varo del provvedimento da parte del Governo. Il dibattito in Parlamento, e non i comunicati stampa o roboanti annunci di tamburi di guerra, costituisce lo strumento attraverso il quale tutte le forze politiche possono discutere della riforma con cognizione di causa, decidendo anche di dare spazio alle rappresentanze delle categorie direttamente interessate affinché possano dire la loro e dare un contributo alla riforma. In democrazia funziona così. Invece dobbiamo constatare che alcuni magistrati sono già sul piede di guerra e che la solita attività di demolizione di un sereno confronto politico, ad opera di alcuni esponenti dei vecchi e nuovi oppositori del Governo, è gia a pieno regime. Timorosi di perdere il loro ruolo di pasdaran dell’antiberlusconismo, costoro farebbero di tutto pur di avvelenare sempre di più il clima politico ed impedire che un dialogo costruttivo si possa instaurare sul tema della giustizia, così come su tutte le altre questioni che stanno sul tappeto. Su tali posizioni estreme, manco a dirlo, eccelle il solito Di Pietro che non solo dimostra in ogni occasione di non voler nemmeno parlare di riforma della giustizia, a prescindere dai contenuti, ma sta spudoratamente usando un importante istituto democratico, qual è quello dei referendum, per lanciare l’ennesima campagna contro il premier.