Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, marzo 31, 2011

SBAGLIA CHI PENSA DI ROVESCIARE IL GOVERNO CON UNA SIMBOLICA PROTESTA DI PIAZZA

di Giacomo Stucchi

Non sarà certo la Lega Nord, movimento popolare sin dalla nascita abituato da sempre alle lotte di piazza, a scandalizzarsi né per la protesta da parte di pochi cittadini dinanzi a palazzo Montecitorio, né per i dibattiti più o meno accesi dentro l’aula parlamentare. Rispetto a quest’ultimo punto, peraltro, la questione non è certo politica dal momento che intemperanze di singoli ministri o parlamentari sono atti soggettivi dei quali risponde chi li compie. Ci preoccupa invece l’eccessiva drammatizzazione di queste vicende su alcuni organi di stampa, nel tentativo maldestro di esacerbare il clima politico. In alcuni casi addirittura sì è paragonato l’attuale momento politico con quello del 1992 quando, sull’onda delle inchieste di Tangentopoli, fu rovesciato il sistema dei partiti della Prima Repubblica. Il paragone non regge per molte ragioni ma ci limitiamo ad osservare che mentre allora era il sistema politico a crollare, per questioni di malaffare nella gestione della cosa pubblica, oggi è proprio la politica, o almeno una parte di essa, che lotta per cambiare il sistema. Inoltre, rispetto a questi processi in corso, la pubblica opinione è molto attenta e quando sento parlare di disaffezione della gente alla politica mi viene da sorridere. Giro in lungo e in largo tutta la Padania, per partecipare a convegni, incontri, dibattiti, e trovo sempre le sale piene e una grande partecipazione di pubblico. Un segnale evidente di come la gente non è stanca della politica, ma di un certo modo di interpretarla. Per non parlare poi dei talk show sull’attualità politica che fanno sempre il pieno di ascolti. Ecco perché certe proteste di piazza, organizzate appositamente per cercare di dare una spallata al Governo, visto che non ci si è riusciti in Parlamento con lo strumento della sfiducia, non sono credibili. Continuare su questa strada è quanto di più sbagliato le opposizioni possano fare in questo momento storico. In un nostro intervento pubblicato su La Padania, auspicavo la possibilità di abbattere gli steccati in Parlamento, tra maggioranza e opposizione, in nome di una nuova fase Costituente, non solo per portare a termine il federalismo, ma anche per fare altre importanti riforme. Continuo a credere che sia così perché so che nell’opposizione non tutti sono ascrivibili alle schiere dei pasdaran che vorrebbero politicamente morti il premier e la maggioranza che lo sostiene. Inoltre basterebbe guardare con obiettività ad alcuni aspetti delle nostre istituzioni, magari abbandonando l’antiberlusconismo viscerale di alcuni oppositori, per rendersi conto di quanto sia indispensabile un loro cambiamento . Sulla giustizia, per esempio, più che sulla cosiddetta "prescrizione breve" ci si dovrebbe indignare per le storture del nostro sistema giudiziario. A cominciare dal fatto che la magistratura italiana è, da sempre, divisa in correnti con specifici riferimenti a schieramenti politici.