Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, marzo 15, 2011

SUL NUCLEARE SI DISCUTA MA NON PER FINI STRUMENTALI

di Giacomo Stucchi
La violenza del terremoto e dello tsunami che hanno colpito così duramente il Giappone irrompe nelle nostre case con la forza delle immagini televisive. Ciò che viene documentato è probabilmente solo una minima parte di quanto è accaduto in quella lontana terra ma dà gia l’idea dell’immane cataclisma. Il caso ha voluto che questa catastrofe, con le esplosioni dei reattori nucleari, è diventata (se possibile) ancora più grave e coincidente con il dibattito in Italia sul nucleare, a pochi mesi dalla celebrazione del referendum promosso dall’Idv di Di Pietro. Ai lettori potrà forse sembrare surreale accostare il nome dell’ex pm ai fatti drammatici di questi giorni ma la politica di casa nostra, e soprattutto il modo di interpretarla di alcuni esponenti dell’opposizione, ci porta ad occuparci anche di questo. Se per un verso infatti è normale che quanto sta accadendo in Giappone susciti il dibattito, dentro e fuori il Parlamento, sull’opportunità o meno di un ritorno al nucleare, per un altro verso invece appare fuori luogo che l’opposizione cerchi di cavalcare gli eventi per rilanciare il referendum. La scelta delle forme di approvvigionamento di un Paese, peraltro alle volte obbligata, è cosa troppo importante per discuterne, come stanno facendo Bersani e il suo alleato Di Pietro, o gli stessi esponenti dei Verdi, solo e soltanto a fini strumentali, e per giunta sull’onda dell’emozione che inevitabilmente suscita nella gente una tragedia come quella in atto in Giappone. In realtà il pericolo di terremoti catastrofici come quello verificatosi in Giappone, determinato dalla congiunzione in quella parte del pianeta di ben quattro placche continentali, per fortuna non è lo stesso che esiste in Italia. Che dire poi del fatto che, piaccia o meno, anche a non voler costruire sul nostro territorio le centrali nucleari, comunque avremo sempre vicine, con le conseguenze che questo comporta, quelle esistenti in Francia, Svizzera e Germania. Quando poi si cita ad esempio di rettitudine la moratoria sul nucleare annunciata da Angela Merkel, bisogna anche tenere conto che la premier tedesca fa riferimento ad impianti di vecchia generazione, costruiti dieci o quindici anni fa, che di certo non hanno i dispositivi di sicurezza che invece sono presenti in quelli di nuova generazione. Insomma, il dibattito è aperto ed è lecito che si discuta sui vantaggi o sugli svantaggi del nucleare. Ciò che invece non riteniamo né opportuno né politicamente corretto è trasformare il dibattito sul nucleare nell’ennesima campagna elettorale contro il Governo Berlusconi. Rilanciando il programma sul nucleare l’Esecutivo ha fatto, come è normale che sia per tutti i governi che hanno a cuore le sorti dei loro cittadini, una scelta politica. Su questa c’è modo e tempo per discutere, ma non per fare l’ennesima polemica a fini elettorali.