Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, aprile 20, 2011

ANCHE SULL'UE LA LEGA NORD HA VISTO GIUSTO!

di Giacomo Stucchi


Si può affermare, senza possibilità di essere smentiti, che anche sull’Unione europea la Lega Nord ci ha visto giusto? Si può eccome! Per anni ci hanno definito euroscettici per partito preso ma oggi che la crisi incide profondamente sulle economie degli Stati membri, e i meno accorti di questi devono ricorrere a Bruxelles per salvarsi, da più parti ci si chiede se trattati posti in essere in un momento storico molto diverso da quello attuale abbiano ancora un senso. Un tema che non è solo oggetto di dibattiti nei Parlamenti o nelle sedi comunitarie, ma che riguarda sempre più i popoli europei. Sbaglierebbe chi ritenesse risultati elettorali come quello di Helsinki, con la vittoria del movimento dei "veri finlandesi" che si oppone al salvataggio “comunitario” del Portogallo e di qualsiasi altro Paese Ue, o sondaggi come quelli che per le elezioni presidenziali francesi indicano la signora Marine Le Pen in forte rimonta rispetto a Sarkozy, una pura casualità. Il perché debba continuare ad esistere un obbligo di solidarietà reciproca nell’Ue quando al suo interno vi sono Stati che non hanno fatto nulla, o davvero poco, per tenere sotto controllo i loro conti pubblici, diventa infatti un quesito pertinente al quale dare una risposta con un voto elettorale. Il Portogallo, dopo molte smentite, ha annunciato nei giorni scorsi la propria richiesta di aiuti finanziari internazionali, aggiungendosi alla Grecia e all’Irlanda. Si tratta di “soccorsi” che, alla lunga, potrebbero mettere in difficoltà economie molto solide come quella tedesca. Continuando di questo passo figuriamoci quindi cosa potrebbe accadere nei Paesi più deboli come la Spagna. L’Italia, dal canto suo, sino ad oggi ha retto all’impatto della crisi economica grazie ad una politica rigorosa sui conti pubblici, attuata sin dal primo giorno di insediamento del governo in carica, ma anche per merito di un sistema produttivo basato per lo più sulla piccola e media impresa, che noi vorremmo aiutare ed incentivare sempre più. Non vorremmo perciò mai essere messi nelle condizioni di non poterlo fare perché le nostre risorse devono servire a rimpinguare il banco dei pegni dell’Ue! Ecco perché non è certo un tabù la possibilità, già annunciata peraltro dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, di una revisione dei trattati Ue. “I trattati – ha detto il titolare del Tesoro – sono stati scritti prima della globalizzazione e sono l’espressione di un momento passato. Forse la crisi può essere una ragione per pensare a una nuova, spero anche più intensa, convenzione”. Si tratta di un auspicio che sottoscriviamo in pieno. Serve a salvaguardare anche i nostri interessi. I trattati non sono un totem immutabile ma, al contrario, una naturale evoluzione dei rapporti economici e sociali tra gli Stati membri dell’Ue. Non capirlo è segno di una miopia politica che potrebbe costare cara.