Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, maggio 26, 2011

I SOLITI LIMITI DELLA SINISTRA

di Giacomo Stucchi


Chi avesse seguito il dibattito di questa settimana alla Camera sull’approvazione del decreto legge omnibus si sarebbe accorto che dai salotti televisivi, e dalla piazza al Parlamento, i toni degli esponenti dell’opposizione sono sempre gli stessi. Di Pietro e Franceschini, per esempio, si sono ben guardati dall’entrare nel merito delle misure contenute nel provvedimento, magari per proporre qualcosa di alternativo, preferendo invece sproloquiare. Addirittura il capogruppo del Pd, nella sua ipotetica ricetta per il rilancio dell’economia, ha parlato di un fantomatico quanto incomprensibile piano per il rilancio della scuola che dovrebbe portare a chissà quali mirabolanti risultati. Insomma, alla fine abbiamo assistito alla solita demagogia ma anche ad utili spot elettorali in vista dei ballottaggi per le Amministrative. Sulle quali, comunque vadano a finire, grava come un macigno l’incapacità della sinistra di saper trovare una sintesi dal momento che, a Milano come a Napoli, il Pd potrà forse convivere con sindaci di "sinistra" ma non potrà certo dire di aver vinto con propri uomini di partito. Il fatto è che in quello schieramento politico esiste sempre il solito limite programmatico che non consente, tanto più in Parlamento, di governare stabilmente e di portare a termine un programma condiviso. Anche se il secondo turno delle Amministrative, che vede impegnata la Lega Nord con propri candidati in importanti realtà, come a Mantova con Giovanni Fava in ballottaggio per l’elezione del Presidente della Provincia, dovesse segnare dei punti a favore della sinistra, l’esigenza del Paese di portare a termine un programma di riforme rimarrà intatta. Dinanzi a tale necessità è un dato di fatto che il centrodestra sta rispondendo con la più grande riforma strutturale della storia del Paese, il federalismo fiscale, mentre la sinistra sarà ricordata al massimo per i DiCo di prodiana memoria. Questa differenza sostanziale tra le due esperienze di Governo, quella del centrodestra del fare e quella della sinistra del disfare, non potrà mai essere annullata e, ne siamo certi, nel medio periodo darà i suoi frutti a beneficio di tutti i cittadini. Sul piano elettorale, alla vigilia degli importanti ballottaggi di domenica e lunedì prossimi, sarebbe bello avere dal candidato sindaco Pisapia alcuni chiarimenti, per esempio su tasse e sicurezza. Due cose semplici che però nel suo programma, in questo molto diverso da quello della Moratti, appaiono nebulose e al limite della reticenza. Sarebbe auspicabile avere delle risposte prima del voto perché una volta passata la “sbornia” elettorale, ed evaporati gli slogan e le chiacchiere di questi giorni di propaganda, chiunque sarà il sindaco della capitale morale del Paese dovrà confrontarsi coi problemi dei cittadini. Togliere alla Polizia Locale la capacità di difesa, come dice nel suo programma di volere fare Pisapia, non ci sembra una grande iniziativa. Ma è esattamente ciò che accadrà se la sinistra dovesse vincere a Milano.