Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, maggio 24, 2011

NEI PROGRAMMI DEI CANDIDATI IL FUTURO DI MILANO

di Giacomo Stucchi


Tra qualche giorno sapremo se gli elettori sin dall’inizio sono stati davvero consapevoli delle cose che il candidato sindaco Pisapia ha in animo di fare se eletto primo cittadino di Milano, oppure se il voto del primo turno è stato dettato da altre motivazioni. La sensazione è che le due settimane di campagna elettorale che precedono il ballottaggio, qualunque sia l’esito, stiano comunque servendo ad approfondire temi e programmi che in un primo tempo erano passati in secondo piano rispetto ad argomenti di carattere nazionale. Sviscerare sino in fondo i programmi e le idee che entrambi i candidati a sindaco di Milano hanno non è una questione di lana caprina, come vorrebbe far credere gran parte della stampa contigua alla sinistra. Forse perché nella Lega Nord siamo abituati, una volta eletti nelle istituzioni, a fare ciò che abbiamo indicato nei nostri programmi agli elettori, a noi la questione pare di prioritaria importanza. Siamo convinti infatti che quando si vota, a maggiore ragione se per il sindaco di una città, il cittadino elettore deve valutare attentamente le proposte sul tappeto per poter esprimere una scelta. Uno dei tanti aspetti positivi del sistema elettorale per le elezioni dei Comuni è quello di obbligare i candidati a sindaco a mettere nero su bianco il programma che, una volta eletti, rappresenterà la bussola per l’Amministrazione. Aggiustamenti e correzioni, naturalmente, saranno sempre possibili ma le linee generali da portare avanti saranno quelle indicate agli elettori. Così se Pisapia sarà sindaco di Milano il “laboratorio” di Via Padova, come lui stesso ha definito la zona simbolo della massiccia presenza di immigrati nel capoluogo lombardo, con tutti i problemi connessi, potrebbe diventare sistema. Il risultato potrebbe essere quello di aprire le porte di Milano agli immigrati di ogni parte del mondo. Cosa ancora più grave per le conseguenze che una simile politica potrebbe avere, non solo nel capoluogo ma in tutta la Lombardia, in un momento in cui ingenti flussi migratori sono già in atto verso il nostro Paese. In questo contesto generale, e con un sindaco che tenda ad equiparare alcuni diritti dei cittadini residenti a quelli degli immigrati, Milano potrebbe diventare un forte centro di distorta attrazione. Se Pisapia metterà in pratica il suo programma, e non c’è una sola ragione per credere che non lo faccia se legittimato dal voto, potrebbe trasformare la comunità meneghina in una società multirazziale più di quanto non lo sia già adesso. Con l’aggravante, però, che alcuni argini di sicurezza che il Governo in carica ha messo a disposizione dei Comuni, e che a Milano si sono tradotti in ordinanze anti-dormitori e anti-degrado, saranno state nel frattempo smantellate. Poiché la sicurezza è un diritto dei cittadini e non uno stato d’animo, ci chiediamo sino a che punto i milanesi siano disposti a correre il rischio di essere costretti a rinunciarvi.