Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, ottobre 13, 2011

LA CAMERA COME UN BUCO NERO

di Giacomo Stucchi


L’assenza dall’Aula parlamentare dei deputati dell’opposizione durante l’intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è solo l’ultimo atto di una sceneggiata che Pd, Idv, Fli e Udc, stanno portando avanti da tempo e della quale a pagarne le conseguenze saranno solo i cittadini. Se c’è una certezza nell’attuale quadro politico questa consiste nel fatto che nel nostro Paese, oltre alla congiuntura internazionale sfavorevole, bisogna fare i conti con un’opposizione irresponsabile e assoluta protagonista di un’azione politica, dentro e fuori il Parlamento, priva di senso dello Stato e dell’interesse comune. In altre parole, i vari Bersani, Di Pietro, Casini e Fini, pur di vedere soccombere il Governo e il premier, sono davvero disposti a tutto. Non importa quali siano le conseguenze per il Paese, non importa la circostanza che l’alternativa all’Esecutivo in carica sia il nulla, non importa la priorità delle misure economiche da adottare: niente di tutto questo può scalfire il disegno di vecchi e nuovi oppositori del governo che rimane quello di farlo cadere prima della scadenza naturale della legislatura. Il mandato parlamentare, che la Costituzione stabilisce essere di cinque anni, è infatti un periodo troppo lungo per certe forze politiche da molto tempo fuori dalla stanza dei bottoni per volontà degli elettori. Bastava vederli in questi giorni i deputati dell’opposizione: felici e contenti, ma non per avere contribuito a risolvere un problema dei cittadini, o magari per avere approvato una riforma che può tornare utile a tutti, ma solo per essere riusciti (grande soddisfazione!) a tendere un’imboscata parlamentare alla maggioranza. I giochetti dei guastatori della democrazia, sabotatori dei lavori d’Aula in servizio permanente, ma anche il comportamento, istituzionalmente scorretto, del presidente della Camera Gianfranco Fini, stanno di fatto trasformando, in questo scorcio di legislatura, un ramo del Parlamento da organo legislativo in un buco nero nel quale può davvero accadere di tutto. Si dirà che l’opposizione fa il suo mestiere e che compito della maggioranza è quello di serrare le fila in ogni circostanza. E’ vero, ma solo in parte. Perché le partite vanno giocate ad armi pari e con un arbitro imparziale. Una condizione che alla Camera dei Deputati, da quando il suo presidente ha abbandonato il suo ruolo di arbitro istituzionale, per ricoprire quello di capo di un partito, non esiste più. In occasione del voto alla Camera sul rendiconto di bilancio per il 2010, tanto per citare solo l’episodio di questa settimana, il presidente Fini prima ha tergiversato sulle decisioni da prendere e poi si è attaccato ai cavilli regolamentari pur di creare le peggiori condizioni possibili per il Governo e per il presidente del Consiglio. Questa non è più democrazia ma partigianeria! Un vecchio retaggio che, purtroppo, certi uomini politici e rappresentanti delle istituzioni, pur vivendo ormai nel ventunesimo secolo, non riescono proprio ad abbandonare.