Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, dicembre 20, 2011

LE FREGATURE DELL’ALGIDO MONTI

di Giacomo Stucchi


A poco più di un mese dal giuramento del governo Monti il differenziale di rendimento tra i Btp decennali italiani e i Bund tedeschi, il famigerato spread, è ancora sulle montagne russe. La quota 500, significativa sia sotto il profilo psicologico, sia sotto quello finanziario, è stata più volte superata negli ultimi giorni, rimanendo di fatto ‘insensibile’ alla manovra ma anche alle dichiarazioni dei ministri tecnici. I quali, dopo un primo periodo di afonia politica, adesso sembrano più smaliziati e avvezzi ai microfoni. Il ministro del Welfare Elsa Fornero, per esempio, è tra le più loquaci. Significativa poi la naturalezza con la quale ha quasi annunciato la riforma dell’articolo 18 dichiarandosi poi stupita per le reazioni di ferma protesta dei sindacati. Roba da non credere! L’omologo ministro del governo Berlusconi, Maurizio Sacconi, veniva messo in croce dai sindacati e dalla sinistra un giorno sì, e l’altro pure, per molto meno. Per non parlare poi delle dichiarazioni sulla riforma delle pensioni: un mostro giuridico che non tiene conto di elementi logici e basilari che qualunque persona dotata di buon senso terrebbe in considerazione. Come si fa, infatti, a garantire ai giovani l’ingresso nel mondo del lavoro se si fa andare in pensione la gente a 70 anni? E come si fa a non considerare che non tutti i lavori sono uguali e quindi è impossibile chiedere ad un operaio di restare al suo posto più del dovuto, solo perché l’algido Monti ha pensato bene di far cassa posticipando anche la sua pensione? Falsi benpensanti, e ‘statisti’ dell’ultima ora, fanno finta di scandalizzarsi per le proteste della Lega Nord in Parlamento, o per quella che sta montando sui territori del Nord contro la reintroduzione dell’Ici. Una tassa che si chiamerà Imu ma che, occorre spiegarlo bene, non ha niente a che vedere con l’imposta prevista nel federalismo fiscale, dalla quale era esentata la prima casa, e pensata per lasciare più risorse sul territorio e non per far fare ai sindaci gli esattori di un Stato centralista e sprecone. C’è la possibilità che con l’introduzione dell’Imu i Comuni, a conti fatti, ci possano rimettere e che le Amministrazioni cittadine, per non tagliare i servizi, siano costrette ad alzare le aliquote, pagandone le conseguenze sul piano politico. Insomma si tratta di una bella fregatura, architettata dal Governo per portare più soldi nelle casse dello Stato facendo fare il lavoro sporco, cioè di aumento delle tasse sulla casa ma anche della loro riscossione, ai sindaci. Spetterà a costoro poi fare i conti con la legittima ira dei cittadini. Attenzione però perché le fregature del trio Alfano-Bersani-Casini non finiscono qui: dopo le pensioni a 70 anni, e le nuove tasse sulla casa e su molto altro, i tre hanno infatti già in programma di approvare una nuova legge elettorale che, secondo loro, tagli fuori dalla rappresentanza parlamentare il Carroccio. Si tratta di un' ipotesi mal congeniata per portare il Paese indietro di vent’anni e riconsegnarlo nelle mani della partitocrazia romana e dei banchieri ad essa compiacenti.