Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, dicembre 01, 2011

IL GOVERNO MONTI E' GIA' ALLA FRUTTA

di Giacomo Stucchi


L’appoggio quasi totale, davvero senza precedenti, che il presidente del Consiglio Mario Monti ha avuto solo qualche giorno fa da tutte le forze politiche presenti in Parlamento, tranne la Lega Nord, potrebbe sciogliersi come neve al sole molto prima di quanto si pensi. Intanto, a sinistra hanno già dovuto ingoiare il primo rospo costituito dall’approvazione alla Camera della legge che introduce il vincolo del pareggio di bilancio in Costituzione. Si tratta di un’iniziativa del precedente governo che, in nome del “tutti insieme appassionatamente”, è stata approvata anche dal Pd. La circostanza è davvero singolare: un governo nato (almeno ufficialmente) per affrontare l’emergenza economica e finanziaria, con un sostegno parlamentare plebiscitario e bipartisan, approva come primo importante atto alla Camera un provvedimento dell’esecutivo che lo ha preceduto! Ma c’è di più. Il motivo per cui il presidente del Consiglio Mario Monti e il suo esecutivo hanno serie difficoltà a riferire in Parlamento sulle misure economiche da adottare, per affrontare la crisi economica e finanziaria mondiale, è perché non sono ancora riusciti a mettere d’accordo l’eterogenea maggioranza che li sostiene. Non basta infatti togliere dai rispettivi programmi dei partiti di maggioranza le proposte più estreme per approvare provvedimenti che stiano bene ad entrambi. Il rischio è infatti quello di creare un pasticcio dietro l’altro. Ecco perché sono già alla frutta. Sulle pensioni, tanto per citare una delle questioni controverse che potrebbe davvero far fare harakiri alla sinistra, come farà infatti il Pd ad accettare l’annunciato innalzamento dopo i 40 anni? Una misura che vede i sindacati già sul piede di guerra ma con i quali il presidente del Consiglio ha già annunciato di volere avere delle consultazioni “con tempi ristretti”, anche perché, ha aggiunto, “certe ritualità non sarebbero a vantaggio del Paese e dei cittadini”. Insomma, ce ne già abbastanza per far implodere tutto. Che Monti sia stato messo a Palazzo Chigi per adottare quelle misure draconiane sulle quali i vari Bersani, Alfano, Fini, Casini e Rutelli mai e poi mai metterebbero la faccia, a meno di non decidere di uscire dalla scena politica e non ripresentarsi mai più a nessun tipo di competizione elettorale, è ormai chiaro a tutti. Ci chiediamo però come Pd, Pdl e Terzo Polo, calando la mannaia su imprese, cittadini prossimi alla pensione e piccoli proprietari di immobili, per rimpinguare le casse di uno Stato svuotate dal centralismo romano ai danni del Nord che produce, pensino di farla franca. Far fare il lavoro sporco ad altri, per poi prenderne le distanze quando si andrà a votare, non esimerà infatti l’attuale maggioranza dall’assumersi le proprie responsabilità e soprattutto dal pagarne le conseguenze elettorali.