Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, febbraio 16, 2012

IL PDL DIA UN SENSO A QUESTA LEGISLATURA

di Giacomo Stucchi

Se tra i partiti che appoggiano il governo Monti il Pd è di certo quello che più di tutti ha perso la sua identità, dimenticando le ragioni dei più deboli e sposando invece gli interessi dei banchieri, stupisce pure, e non poco, l'atteggiamento del Pdl. Sino a quando il partito del Cavaliere è stato alleato della Lega Nord ha portato avanti una politica inspirata al liberismo economico, ma anche alla costruzione di un Stato sempre meno romanocentrico e sempre più federalista. Poi, in nome di un'emergenza economica e finanziaria, il Pdl ha finito di essere quello che era per diventare invece un'ammazza economia e per mettere sempre più in difficoltà intere categorie sociali che con speranza e fiducia lo avevano votato. Ha determinato così la nascita del governo Monti, dando vita ad una stagione politica fatta di recessione e tasse. A tal proposito se c'è una lezione che le vicende in Grecia dovrebbero dare a tutti è che i conti pubblici non si possono risanare con i tagli indiscriminati alla spesa sociale, in primis alle pensioni. Così facendo si ottiene solo il risultato di una contrazione dei consumi e quindi un crollo del Pil, come dimostrano del resto gli stessi dati dell'Istat secondo i quali il prodotto interno lordo del Paese nel quarto trimestre 2011 è diminuito dello 0,7% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua. Ora, dinanzi a tali fatti, non si capisce perché un partito ispirato ai principi del liberismo economico, quale era quello del Pdl prima delle dimissioni del governo Berlusconi, non si renda conto di quanto male stia facendo al Paese. Paradossale poi è il fatto che l'unica cosa sulla quale il Pdl è sembrato non gradire il decisionismo di Monti è stata il no del governo alle Olimpiadi di Roma nel 2020! Soprassedendo invece sui provvedimenti depressivi e recessivi dell'economia; su norme accentratrici, come quella della tesoreria unica per gli enti locali; sui grandi sacrifici chiesti soprattutto alle classi più deboli; ma anche sulle liberalizzazioni parziali e insufficienti sul piano dei grandi numeri. C'è, tuttavia, un modo affinché il Pdl possa riscattare questi mesi di collaborazione al governo con il Pd e il Terzo Polo? Certo che si, ed è quello di togliere la fiducia al governo dei tecnici e favorire così il ritorno più veloce possibile alle urne. Ma se proprio al Pdl, per ragioni che non conosciamo e che tanto meno riusciamo a spiegarci, questo percorso non riesce, collabori almeno per portare a termine una buona legge elettorale, insieme ad alcune indispensabili riforme istituzionali che servono al Paese: dalla modifica del sistema bicamerale perfetto alla riduzione del numero dei parlamentari, dalla riforma dei regolamenti che disciplinano i lavori di Camera e Senato alla sfiducia costruttiva. Si tratta di riforme possibili, che darebbero un senso al prosieguo di questa legislatura.