Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, luglio 17, 2012

CON IL PD AL GOVERNO VOLEREBBERO GLI STRACCI

di Giacomo Stucchi

Certe immagini sono più eloquenti di mille parole. Così è per quelle che ritraggono i dirigenti del Pd all'ultima assemblea del loro partito, finita in gazzarra tra gli sguardi attoniti dei vari Bersani, Bindi e Finocchiaro. Sia chiaro, non è certo il sottoscritto a scandalizzarsi per un'assise politica più vivace del solito, non è questo il punto, ma c'è dell'altro che è molto più significativo. C'è infatti la pretesa di un partito e dei suoi dirigenti, il Pd appunto, di avere sempre le giuste soluzioni per tutto. Almeno così va dicendo Bersani da anni, e in particolare nell'ultimo anno; da quando cioè è cominciata questa maledetta deriva economico-finanziaria che ha portato lo spread a livelli solo qualche tempo fa inimmaginabili, e la nostra economia in una situazione di stallo. Quindi, la caduta del governo Berlusconi, l'ascesa di quello tecnico con la complicità di "ABC" e dei poteri forti, istituzionali, economici e multimediali, le riforme lacrime e sangue su pensioni, Imu e mercato del lavoro e, alla fine, ci ritroviamo oggi con un pugno di mosche in mano e un partito, che avrebbe dovuto essere egemone (nel senso di sapere indicare agli altri la strada da seguire) che invece litiga al suo interno su unioni gay e su primarie; argomenti per loro importanti ma che credo risultino secondari rispetto alla esigenza di indicare una strada per uscire dal tunnel della crisi economica nella quale ci troviamo! Insomma, il partito della retta via, quello che solo qualche mese fa era sicurissimo che tolto di mezzo Berlusconi si sarebbe potuto avere addirittura un calo immediato dello spread, si scopre oggi non ammutolito, il che sarebbe già un fatto positivo, ma devastato da lacerazioni interne. Immaginate quindi gli esponenti del Pd all'opera in un'eventuale coalizione di governo: credo che dalle finestre di Palazzo Chigi volerebbero gli stracci. Del resto nella sinistra sono ancora scioccati dalla negativa esperienza di governo fatta dell'Unione di prodiana memoria, e ogni segnale di una recrudescenza di quel clima riapre ferite mai del tutto rimarginate. Ecco perché la Lega Nord, con il suo segretario federale Roberto Maroni, si è fatta promotrice di una proposta che riformi il sistema di voto garantendo però due cose: un premio di governabilità e il ripristino delle preferenze. Due novità che, se introdotte, metterebbero chi vince nelle condizioni di governare davvero, e darebbero al cittadino la possibilità di scegliere il proprio rappresentante in Parlamento. Le proposte della Lega Nord però non si fermano alla legge elettorale, ma riguardano anche le riforme istituzionali, come il Senato federale e una giusta riduzione del numero dei parlamentari, che si farebbe ancora in tempo ad approvare entro la legislatura. Sempre che, nel frattempo, il Pd smetta di litigare e si occupi davvero delle cose più urgenti per il Paese.