Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, luglio 12, 2012

IL NORD NON PAGHERA' PER GLI SPRECHI DEGLI ALTRI

di Giacomo Stucchi

La raffica di tagli previsti nella spending review varata dal duo Monti-Bondi non può essere operata a danno del Nord. Ciò che c'è da tagliare, soprattutto nel settore dei trasporti e della cura della salute, potrà anche essere legittimo ed opportuno in linea generale, cioè guardando al sistema nel suo complesso, ma non lo è se si pensa a quelle regioni, del Nord appunto, dove i servizi funzionano senza sprechi e soprattutto dove i cittadini pagano, con le loro tasse, anche buona parte di questi servizi per il resto del Paese. Ecco perché non possiamo accettare tout court i tagli previsti nel decreto. Questa spending review, più che una razionalizzazione della spesa pubblica, a noi pare un déjà vù: ovvero un'esperienza già fatta coi governi centralisti della Prima repubblica che per decenni, coi soldi dei contribuenti (lombardi, veneti, ecc) hanno fatto cassa per risanare i debiti e gli sprechi perpetrati da amministratori incapaci del centro e del sud. Si tratta di un nitido ricordo del quale ancora oggi la nostra gente continua a pagare le conseguenze. E' ora di dire basta! Mettiamo una volta per tutte le carte in tavola: il problema non è mai stato il sud in quanto tale, ma una certa classe politica e amministrativa che ha sempre utilizzato la gestione della cosa pubblica per fini clientelari e mai costruttivi. Non è un caso infatti se, secondo una relazione della Corte dei Conti, ad esempio una Regione come la Sicilia, con uno Statuto speciale dagli ampi poteri legislativi e amministrativi, si ritrovi oggi 17.995 dipendenti: circa cinque volte tanto quelli della Lombardia, che tra l'altro ha il doppio degli abitanti! E nel 2011, proprio mentre eravamo in piena crisi economica, 4.857 di questi passavano da contratto a termine, a quello a tempo indeterminato. Una circostanza che, hanno segnalato ancora alla Corte dei Conti, avrà gravi effetti sui conti negli anni a venire. Ma c'è di più, perché a questi numeri ufficiali ne vanno aggiunti altri: come i 7.291 dipendenti delle società controllate dalla Regione Sicilia o come i 2.293 dipendenti a tempo, più forestali e lavori socialmente utili. Si tratta di dati e cifre che, ne siamo certi, scandalizzano per primi quei siciliani onesti che non vorrebbero avere nulla a che vedere con certi tipi di politiche clientelari. Ma, tornando alla spending review del governo dei professori, il punto è che non possono essere previsti tagli ai servizi, come noi abbiamo già considerato accadrà con le misure previste nel decreto, con conseguenze uguali per tutti, quando a coprirne i costi complessivi è solo il Nord. Per questo motivo un governo onesto dovrebbe rivedere il provvedimento per parametrare i tagli in base alle necessità dei cittadini ma anche alla virtuosità ed efficienza delle singole Regioni. Le esigenze di cassa dello Stato centrale non possono costituire l'unico parametro da utilizzare, né il criterio in nome del quale il Nord debba essere costretto a tagliare i servizi ai suoi cittadini, solo perché altrove - e non solo in Sicilia - qualcuno ha deciso di assumere in modo clientelare un esercito di dipendenti pubblici, pensando tranquillamente di farseli pagare da "chi sta su al Nord"!