Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, luglio 19, 2012

MES E FISCAL COMPACT "ABBRACCIO MORTALE"

di Giacomo Stucchi

L'attivismo della Lega Nord sul fronte delle riforme, sia quelle istituzionali sia quella relativa ad un nuovo sistema di voto che garantisca governabilità e rappresentatività degli eletti, nasce dalla primaria esigenza di far uscire il Nord, in particolare, ma anche tutto il resto del Paese, dall'impasse nel quale il governo dei tecnici ci ha condotto. Se lo spread ha toccato di nuovo quota 500 e l'economia non dà alcun segnale di ripresa, il grido di dolore di tutte le categorie sociali non può che aumentare, unitamente alla sensazione di una sempre crescente impotenza di un governo incapace di evitare che la nave affondi. La stessa impotenza che caratterizza l'insolita maggioranza che tiene in vita il governo Monti e che continua a dimostrarsi miope sui provvedimenti legislativi da adottare. Come quelli approvati in Parlamento sulla ratifica in via definitiva del Trattato europeo sul Fiscal compact. Un accordo il cui prezzo, come ha giustamente detto in Aula Giancarlo Giorgetti annunciando il voto contrario del Carroccio, è "pesantissimo e da pagare a condizioni insostenibili". Definito dal ministro per le Politiche Ue Enzo Moavero Milanesi come un "momento storico", l'approvazione del Trattato a noi pare invece un abbraccio mortale del Paese ad un sistema europeo che non lascerà più agli Stati membri un briciolo di sovranità. Oltre a prevedere la 'golden rule' dell'obbligo di pareggio di bilancio per i Paesi aderenti al Trattato, il fiscal compact prevede infatti l'obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del Pil di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell'eccedenza ogni anno. In pratica si tratta di un percorso 'lacrime e sangue' che, considerando soprattutto gli attuali livelli dei tassi di interesse coi quali finanziamo il nostro debito pubblico sui mercati, significherà dire definitivamente addio ad ogni ipotesi di crescita e di sviluppo della nostra economia. Un percorso che peraltro non è alla nostra portata anche perché una condizione essenziale sarebbe che tutto il Paese producesse e lavorasse allo stesso ritmo e contribuisse quindi allo stesso modo a pagare le tasse. Invece, il governo di professori e banchieri che sta a Roma, e che mai come oggi si sta dimostrando contro il Nord, sa perfettamente che allo stato attuale delle cose ogni speranza di poter 'onorare' le clausole del Trattato sul 'fiscal compact' sono riposte solo sulla capacità del Nord di continuare a tirare la carretta, come è sempre accaduto negli ultimi cinquant'anni e come non potrà più essere. Ecco perché, con queste prospettive, la proposta della Lega Nord di una nuova legge elettorale che garantisca governabilità e rappresentativa è quanto mai opportuna. Dobbiamo assolutamente garantire al Nord di potere essere ben rappresentato per non continuare ad essere fregato; ed in tal senso la Lega è l'unico movimento che può condividere davvero gli interessi del Nord, ma a condizione di essere ancora più forte che in passato.