Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, ottobre 02, 2012

PER FORTUNA CHE LA LEGA C'E'

di Giacomo Stucchi

A ben guardare i punti 'salienti' del dibattito politico in atto tra i partiti della strana maggioranza che appoggia il Professore c'è davvero di che rimanere sbigottiti. Se non fosse per la Lega, unica forza politica, e unico movimento di popolo, che riesce a mettere al centro dell'attenzione i problemi dei cittadini e delle imprese, in particolare del Nord, saremmo veramente alla frutta. In tal senso, gli Stati Generali di Torino, per i quali abbiamo ricevuto i complimenti e l'apprezzamento di moltissimi imprenditori e rappresentanti delle categoria produttive, sono stati un successo proprio perchè si è discusso solo delle questioni che contano davvero. Segno evidente che quando ci si occupa dei problemi veri delle categorie sociali, ascoltando le loro istanze ma arrivando poi a delle sintesi che diano soluzioni, si coglie sempre nel segno. Dall'altro lato, invece, nei partiti di maggioranza, se si toglie il gossip, il giochetto delle alleanze e gli scandali giudiziari, 'altro non resta che il silenzio'. E' bastato peraltro che il premier, nel corso di un'intervista oltreoceano, lasciasse intendere di essere disponibile in futuro a ricoprire un non meglio precisato ruolo istituzionale, che subito alcuni personaggi, vedi Fini e Casini, si sono dichiarati pronti a stare con Monti per 'salvare il Paese'. In realtà il solo intento dei due è quello di assicurarsi un posto al sole anche nella prossima legislatura, ben sapendo che altrimenti, dovendo contare solo sui propri consensi, le porte del Palazzo potrebbero rimanere chiuse. Una strategia della 'sopravvivenza' che deve avere insospettito lo stesso Monti (che politico non è ma nemmeno sprovveduto), che difatti ha provveduto immediatamente a stoppare ogni velleità di possibili alleanze, o cartelli elettorali, annunciando (almeno per ora) di voler passare la mano tra qualche mese. Non va meglio poi ai due più grossi contendenti, Pdl e Pd: il primo alle prese, oltre che con le infinite indecisioni del Cavaliere, anche con le conseguenze politiche e giudiziarie dello scandalo del Lazio, che con l'arresto di Franco Fiorito si aggravano di certo; il secondo, con le crisi esistenziali del suo segretario, Bersani, che vive ormai nell'incubo di bissare il flop del suo predecessore Achille Occhetto. Timori e dubbi dei partiti di governo danno quindi l'idea di quanto realmente importi a costoro il futuro del Paese, impegnati come sono a tutelare solo i propri interessi e scansare le possibili insidie sul loro cammino. Come quelle sulla strada di Bersani che rischiano di essergli fatali. Per come si sono messe le cose, infatti, il segretario del Pd è quello che si trova nella posizione più scomoda. Non può rinnegare l'appoggio a Monti perchè, dopo quasi un anno di sostegno parlamentare, non può tirarsi indietro facendo finta di niente; ma al contempo deve anche prendere le distanze dal Professore, perché altrimenti corre il rischio di incensarlo troppo e di trovarselo quindi al suo posto a Palazzo Chigi. Come se non bastasse ci sono poi anche i primi sondaggi che vedono, nel gradimento dei cittadini, Bersani già dietro a Renzi.