Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, novembre 08, 2012

L'ATTEGGIAMENTO INGANNEVOLE DELLA "STRANA MAGGIORANZA"

di Giacomo Stucchi

La fiducia numero 43 ottenuta alla Camera dal Governo Monti non deve trarre in inganno. Non si tratta, infatti, di un passaggio parlamentare con il quale il Governo acquisisce un rinnovato vigore ma di un percorso obbligato per i partiti che lo tengono in vita. La verità è che la 'strana maggioranza' è sempre più vicina al capolinea: non solo della legislatura, che tra qualche mese comunque volgerà al suo termine naturale, ma anche della sua residua credibilità politica. Sul decreto in discussione, che tratta disposizioni in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni per le zone terremotate, c'è davvero poco di che compiacersi, considerate le ennesime regalie assistenzialistiche fatte ai Comuni che sperperano il denaro pubblico, in sfregio ai sacrosanti principi sanciti dal federalismo fiscale in base ai quali tali Enti avrebbero dovuto essere sanzionati. L'accordo raggiunto fra la 'strana maggioranza' e il governo, sulla modifica alle norme riguardanti tra l'altro le esenzioni fiscali e la durata delle convenzioni far Equitalia e Comuni per la riscossione delle tasse, è quindi l'ennesimo colpo inferto dai partiti romani al principio dell'autonomia degli Enti Locali. Ciò che più sorprende però è l'incredibile faccia tosta di coloro che, da un anno a questa parte, in Parlamento sostengono il governo dei tecnici, votando tutte le misure recessive e vessatorie che i Professori adottano, e poi nei salotti televisivi, o nelle piazze, si smarcano dall'esecutivo. Di certo la batosta nelle elezioni regionali in Sicilia, che al di là dell'elezione di Crocetta a governatore non ha fatto registrare il successo vero di alcun partito, ad eccezione di quello dell'astensionismo, deve suonare come un'assordante campanello d'allarme alle orecchie dei vari Bersani, Casini e Alfano. Ma il loro ingannevole atteggiamento non li potrà esimere nel prossimo futuro dal dover dare all'opinione pubblica parecchie spiegazioni. Per esempio sul perché, dopo avere tartassato cittadini e imprese, deprimendo ancora di più i consumi e allontanando quindi ogni possibilità di ripresa economica, il debito pubblico, nonostante l’aumento della pressione fiscale, secondo l'ISTAT è aumentato sia in termini assoluti (circa 60 miliardi al luglio 2012 rispetto all’ottobre 2011) che in rapporto al PIL. Se a questo si aggiunge una riforma delle pensioni che ha messo nel limbo centinaia di migliaia di persone, e cancellato i diritti acquisiti con le pensioni di anzianità, e una nuova regolamentazione del mercato del lavoro, che anziché creare lavoro sta cancellando quello ancora esistente, si capisce benissimo su chi gravino le responsabilità dell'attuale disastro nel quale si trovano i cittadini.