Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, giugno 13, 2013

LA STRADA STRETTA DEL GOVERNO LETTA

di Giacomo Stucchi

L’approvazione da parte del governo di misure drastiche, dal rinvio dell’aumento IVA all’abolizione dell’IMU sulla prima casa, darebbe ossigeno ai cittadini ma potrebbe collocare il governo fuori dalle direttive europee in materia di rigore economico sui conti pubblici. A maggior ragione dopo il bollettino della Banca centrale europea nel quale è stato messo nero su bianco un chiaro monito al nostro governo che deve "attenersi con rigore al percorso di moderazione del disavanzo specificato nell'aggiornamento per il 2013" al suo programma di stabilità, affinché "non venga di nuovo superato il valore di riferimento del 3% di deficit/Pil”. Ma la Bce va oltre spiegando che il risanamento di bilancio "più graduale" indicato nel nuovo programma di stabilità presenta "rischi" rappresentati da "un'evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative" e "un rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonché maggiori spese". Insomma, un messaggio chiaro al governo di non pensare troppo ad un allentamento delle politiche di rigore imposte da Bruxelles, un'entità fredda e spesso cinica più attenta ai numeri che alle persone. Questo appare chiaramente come un inevitabile condizionamento al premier Letta, che ha davanti a sé una strada sempre più stretta, ma che deve essere in grado di dimostrare che l'Europa non è un dogma. Le esigenze delle famiglie e dei titolari di impresa che non riescono più ad andare avanti, e la coperta troppo corta delle risorse pubbliche che non bastano a risolvere tutte le questioni sul tappeto, costituiscono il vero banco di prova che il governo ha dinanzi a sé. Per non "morire d'Europa" all’esecutivo Letta non resta che accelerare sulla strada dei fabbisogni standard, unica soluzione per recuperare risorse preziose in grado di risollevare l’economia, a cominciare dall'attuazione di scelte in grado di creare nuovi posti di lavoro. Chi dice il contrario mente, e spesso per interesse. Lo ripeto, anche alla luce del dibattito di ieri sulle imposte in Senato con il Ministro Saccomanni: non esistono soluzioni alternative ai costi standard che permettano di ottenere adeguati risparmi da investire in misure in favore della ripresa. Se questa consapevolezza, condivisa anche dal Ministro Delrio, sia più o meno diffusa tra i componenti dell'esecutivo lo scopriremo presto, quando saranno pubbliche le misure che verranno adottate nel prossimo Consiglio dei ministri con il varo del cosiddetto “decreto del fare”.