Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, settembre 05, 2013

LE "LARGHE INTESE" NON PORTANO DA NESSUNA PARTE

di Giacomo Stucchi

La mozione sul gioco d’azzardo con la quale la Lega Nord ha battuto il governo ha una duplice valenza: sociale, perché impedisce che tante altre famiglie finiscano sul lastrico rovinate dalle slot machine, ma anche politica perché evidenzia, ancora una volta, la fragilità di un governo che ha una maggioranza parlamentare dai piedi di argilla. I cittadini hanno bisogno di certezze (anche per affrontare una congiuntura tra le più sfavorevoli degli ultimi decenni), ma anche il diritto di avere un governo che sia espressione di una chiara maggioranza parlamentare con un coerente programma da portare avanti. Tutto il contrario del governo Letta, con il quale è venuta meno ogni possibilità di varare riforme serie e strutturali in grado di far ripartire l’economia. Quando la scorsa primavera, dopo aver perso due mesi con l’inutile corteggiamento di Bersani ai parlamentari grillini, si è insediato il governo delle “larghe intese”, la Lega Nord non ha dato la fiducia e si è posta in una situazione di attesa per mettere alla prova il nuovo esecutivo. Non è stato necessario, però, aspettare tanto tempo per capire che da questa esperienza non sarebbe venuto nulla di buono e i fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione. Grandi coalizioni, in genere, non fanno mai grandi cose in nessun Paese vengano poste in essere. Ecco perché non abbiamo mai avuto grandi aspettative nel governo Letta e, a maggior ragione, non ne nutriamo oggi che sembra essere appeso ad un esile filo che potrebbe spezzarsi in ogni momento. Il fatto è che dalle grandi ammucchiate è difficile immaginare possa mai venire qualcosa di buono. I partiti o i movimenti politici sono tali proprio perché hanno una loro visione del sistema economico, sociale e amministrativo. Metterli insieme significa miscelare idee anche molto diverse fra loro e sottostare a continui compromessi, quasi sempre al ribasso. Il rischio concreto è il caos più totale, ovvero quello che sta accadendo. Il rinvio per quattro mesi delle decisioni da prendere, per risolvere le tante questioni tutt’oggi rimaste ancora sul tappeto, ha peraltro alimentato uno stato di incertezza che alla fine della fiera è il pessimo risultato raggiunto da questo governo. Un dato che, da solo, basterebbe a giustificare la sua caduta.